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Finmeccanica, chiesta condanna Orsi e Spagnolini a sei e cinque anni

di Emilio Parodi BUSTO ARSIZIO (Reuters) - La Procura di Busto Arsizio ha chiesto oggi la condanna a sei anni di reclusione per l'ex AD di Finmeccanica Giuseppe Orsi e a cinque anni per l'ex AD di AgustaWestland Bruno Spagnolini, al termine della requisitoria al processo sulle presunte tangenti per l'appalto da 560 milioni di euro dei 12 elicotteri all'India nel 2010. I capi di imputazione contestati sono corruzione internazionale e false fatture. Per il solo Orsi (precedecessore di Spagnolini in Agusta), la pubblica accusa ha detto di non ritenere che ci siano "elementi per concedere le attenuanti generiche". Il pubblico ministero Eugenio Fusco ha inoltre chiesto per tutti e due gli ex manager - che nel corso del processo hanno sempre respinto le accuse - l'interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per tre anni, l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per tre anni, l'interdizione dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria per cinque anni, l'interdizione perpetua dall'ufficio di componente di commissione tributaria, l'interdizione dai pubblici uffici per tre anni. Fusco ha inoltre chiesto per entrambi gli imputati, in solido fra loro, la confisca di beni "per un valore di 7.500.000 euro", cifra che è stata calcolata dalla procura come "prezzo della corruzione". "E' avvilente", è stato il commento di Orsi ai cronisti, mentre è stato lasciato agli avvocati il compito di una critica articolata alla requistoria. Le due parti civili, l'Agenzia delle Entrate e il Ministero della Difesa indiano, intervenendo dopo la conclusione della requisitoria, si sono associate alla procura nel richiedere la condanna di Orsi e Spagnolini e hanno chiesto il risarcimento dei danni morali e patrimoniali da liquidare in separata sede. Ma mentre l'avvocato dello Stato Gabriella Vanadia ha chiesto una provvisionale immediatamente esecutiva di 8 milioni e 350.000 euro, il Ministero indiano non ha quantificato e si è rimesso alle valutazioni del Tribunale. PM: EX CAPO STATO MAGGIORE A DISPOSIZIONE AGUSTAWESTLAND Nell'arco di due udienze, l'altroieri [nL6N0PC37F] e oggi, il pm Fusco ha messo in fila date dal 2004 al 2013, atti negoziali, documenti sequestrati, flussi di denaro, conversazioni intercettate, verbali di interrogatorio e testimonianze che lo hanno condotto a comporre un quadro per arrivare a concludere che sia i contratti alle società di Christian Michell (il consulente britannico da tempo trasferitosi a Dubai) sia a quelle di Guido Ralph Haschke(il professionista italoamericano residente in Svizzera che ha patteggiato un anno e 10 mesi per corruzione internazionale)nelle loro pieghe avrebbero nascosto le tangenti ai funzionari indiani per garantire ad AgustaWestland il successo nell'appalto degli elicotteri. Per quel che riguarda Michell, il pm torna al riacquisto, più volte emerso nel corso del processo [nL6N0MA3JD] [nL6N0MF4ZZ], da parte di AgustaWestland dall'India, attraverso il consulente britannico, dei famosi vecchi elicotteri WG30 in disarmo. "Agusta paga a Michell 18 milioni di euro. Michell questi vecchi elicotteri però li aveva pagati 7 milioni - ha ricordato il pm - Persino la internal audit di Giorgio Casana, addomesticata, si accorge che l'incarico per il riacquisto degli elciotteri viene dato alla società inglese, ma il pagamento va a una società di Dubai. Anche Michell paga tangenti". Per quel che riguarda invece il consulente italoamericano, il pm dichiara che "Haschke non sapeva nulla di elicotteri civili, gli viene dato un primo contratto di scouting su elicotteri civili, salvo poi inserirlo negli atti interni per i contratti successivi come consulente militare-governativo. Non sa proprio nulla di elicotteri in genere, non è il suo campo. E perché gli vengono fatti questi contratti? Perché i suoi soci indiani sono i fratelli Tiagy, che hanno un cugino, Shashi Tiagy, che nel 2005 è capo di stato maggiore dell'aeronautica". "E' Shashy Tiagy l'unico biglietto da visita di Haschke. E Tiagy, remunerato attraverso i suoi cugini e occultato nei documenti riservati sotto il nome 'family', si mette a disposizione di AgustaWestland. Vierne abbassata la quota operativa richiesta per gli elicotteri, viene alzata l'altezza della cabina, viene inserita nel bando la condizione di 'almeno due motori'. 'Almeno', e quello di AgustaWestland è l'unico trimotore". "Ritengo sia stato provato nel corso del processo, con i numerosi incontri fra il capo di stato maggiore e i consulenti, - ha quindi aggiunto il pm - che quando era ancora in corso l'iter di definizione della gara, c'erano stati feedback sugli orientamenti del governo indiano da Haschke ad AgustaWestland. Quando viene cambiata la quota è già iniziato il pagamento alla società Gordian di Haschke". "Alla famiglia Tiagy sono promessi 14 milioni, ed è documentalmente accertato che ne sono arrivati sette e mezzo - ha continuato il pm - E le modalità di corresponsione sono modalità che parlano. Ricordate l'intercettazione di Haschke ("July Tiagy li ha presi tutti in contanti"). Devono far perdere le tracce e i contanti sono l'unico modo". "Nella valigia di documenti sequestrati in casa della madre di Haschke c'è un fax illuminante del dicembre 2009 di Michell allo stesso Haschke a proposito dei flussi di pagamento alla 'family', in cui il britannico scrive. 'Ma non è come mettere delle sdraio sul ponte del Titanic?'". Il pm ha poi sottolineato come "qui sono stati dati i soldi ai cugini, che li tengono per lui. Ma anche un pagamento indiretto è un pagamento, come se venisse dato del denaro a mia moglie per una azione che devo compiere io". E il sostituto procuratore ha citato la pronuncia della Cassazione nel processo sui grandi appalti in cui viene riconosciuto come corruzione dell'ex presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici Angelo Balducci il beneficio economico fornito al figlio. "Non crediamo che gli unici destinatari dei soldi fossero i cugini - ha concluso il pm - perché la prova logica ha un suo valore. Ma anche se i soldi si fossero fermati ai cugini, perché vengono pagati i cugini?". "FATTURE FITTIZIE PER TANGENTE E PER ABBATTERE IMPONIBILE" Nella sua lunga requistoria, il pm si è poi soffermato sui contratti di consulenza delle società del gruppo guidato da Haschke e sui pagamenti con margini "incredibili" a fronte del lavoro documentabilmente svolto. "Non è pensabile che un contratto di ingegneria possa generare questi guadagni (il 7% dell'appalto da 560 milioni per la digitalizzazione dei disegni degli elicotteri), un manager capace non può consentire questi margini. C'è una divaricazione, si è creata una provvista". Il magistrato, dopo aver ricordato l'architettura delle società del gruppo Haschke e la loro operatività, già descritta nel corso del processo [nL5N0JL26E][nL5N0MT539], ha concluso che "per le fatture fittizie, ci sono tutti gli elementi che integrano questa fattispecie di reato" e che le "fatture per operazioni inesistenti sono servite sia a pagare la tangente che ad abbattere l'imponibile". Fusco ha poi chiuso la sua requistoria con una domanda in relazione alle dichiarazioni spontanee di due giorni fa di Orsi, per la parte in cui diceva di non essere "un uomo di potere". "Dopo l'udienza dell'altroieri mi sono posto una domanda - ha concluso - Chi sono gli uomini di potere? Chi di noi può chiamare il presidente di Confindustria, lamentarsi per un articolo di stampa e due giorni dopo aver pubblicato un proprio intervento sulla prima pagina del Sole 24 Ore?". DIFESA: REQUISTORIA FONDATA SU POLTIGLIA CONGETTURALE Durissima la reazione alla lunga requistoria da parte del difensore di Orsi, l'avvocato Ennio Amodio. "E' stata una requistoria di inconsueta durezza - ha detto il legale - negando le attenuanti generiche, e che stride al confronto con i risultati del dibattimento". "Haschke ha escluso di aver interferito sulla gara e di aver fatto pagamenti a militari indiani. Inoltre è stato dimostrato che il capo di stato maggiore non ha avuto alcuna parte nel procedimento che ha portato all'abbassamento della quota operativa di volo". "Il pm si è mosso sulla base di una poltiglia congetturale - ha quindi concluso l'avvocato Amodio - Assolutamente incapace di fondare un giudizio di responsabilità". Critiche anche da parte del difensore di Spagnolini, Massimo Bassi. "Sono in grado di contestare riga per riga, dieci minuti per riga, quello che è stato detto dal pm", ha detto in aula reiterando la richiesta al Tribunale di spostare le arringhe difensive dalla settimana prossima a dopo la pausa feriale estiva. E il collegio giudicante ha convenuto che le difese avessero necessità di più tempo ed ha quindi annullato le udienze di luglio, rinviando al 30 settembre, quando inizieranno a parlare i difensori. Quel giorno sui banchi dell'accusa non ci sarà più però il pm Fusco. La sua applicazione a Busto Arsizio scade il 27 luglio e farà ritorno in procura a Milano. Ad ascoltare la sentenza, prevista per il 9 ottobre, saranno i colleghi che lo hanno affiancato in questi due anni.