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Fisco, accordo tra Italia e Svizzera, prima firma a febbraio

La frontiera tra Svizzera e Italia a Chiasso, nel canton Ticino, 14 marzo 2014. REUTERS/Denis Balibouse (Reuters)

di Giuseppe Fonte ROMA (Reuters) - Italia e Svizzera hanno raggiunto l'accordo politico in materia fiscale e la firma sullo scambio di informazioni avverrà "a metà febbraio". L'annuncio ufficiale arriva dal capo negoziatore italiano, Vieri Ceriani, durante un briefing al ministero dell'Economia. L'intesa è suddivisa in quattro capitoli: lo scambio di informazioni a richiesta, il regime fiscale dei lavoratori frontalieri, la presenza della Confederazione elvetica nelle black list italiane e Campione d'Italia. La formalizzazione per ora è limitata solo allo scambio di informazioni: "Il resto è un accordo politico, una 'road map' per i futuri negoziati", dice Ceriani. In ogni caso i due Paesi puntano a rendere efficace l'intero pacchetto al più tardi nel 2017. Le trattative sono iniziate nel 2012 e nel frattempo, al ministero dell'Economia, si sono succeduti tre ministri. L'evasione fiscale sottrae allo Stato 91 miliardi l'anno, secondo uno studio pubblicato dal Tesoro a ottobre. "Sullo scambio di informazioni, la Svizzera si adegua agli standard Ocse. Ci sarà una modifica del Trattato sulle doppie imposizioni che andrà ratificata dai rispettivi Parlamenti. In media la Svizzera ci mette un anno e mezzo, due anni", dice Ceriani. Lo scambio di informazioni avverrà su richiesta, in presenza cioè di sospetti concreti. L'accordo resterà in piedi anche dopo che la Confederazione elvetica avrà aderito, a partire dal 2017, al modello multilaterale Ocse, che prevede invece una procedura automatica. "Lo scambio a richiesta consente una copertura più ampia", dice Ceriani. Il primo effetto della firma è rendere più conveniente far emergere i capitali detenuti illecitamente in Svizzera, che diventa un Paese White list ai soli fini della 'voluntary disclosure', la procedura di collaborazione volontaria. La sanzione base per l'omessa compilazione del modulo Rw sarà pari al 3% per tutti gli anni oggetto di regolarizzazione ed è esclusa qualsiasi forma di raddoppio delle sanzioni. Il consigliere italiano non chiarisce quanto il governo si aspetta di incassare con la 'voluntary disclosure', sebbene nelle scorse settimane fonti governative abbiano fatto trapelare la cifra di 5,5-6,5 miliardi. La voluntary disclosure comporta un costo variabile per l'evasore, "in alcuni casi può essere più conveniente degli scudi fiscali, in altri si può arrivare a versare anche il 70% degli attivi non dichiarati", dice Ceriani. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italianoLe top news anche su www.twitter.com/reuters_italia