Ftse Mib a +3,3%. Ma sui mercati fattori di intralcio in vista
Oggi il recupero sulla debacle di ieri che ha portato Piazza Affari ad essere la maglia nera in Europa con una chiusura a -2,54%.
La situazione
Alle 12 il listino milanese aveva già dalla prima mattinata messo il turbo e girava con un vantaggio superiore al 3%, in netto distacco dalle altre piazze europee le quali, più stabili, ieri non avevano ceduto al pessimismo e anche oggi, seppur in territorio positivo, si sono tenute tutte, poco prima di mezzogiorno, sotto il punto percentuale: Londra a +0,6%, Parigi a +0,66% e il Dax di Francoforte a +0,8%.
Quello di ieri è stato un pessimismo che era stato dato, forse involontariamente, proprio dal numero uno della Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) che aveva parlato di potenziali shock in arrivo per l’economia del Vecchio Continente, economia che, ancora fragile e lenta, nonostante le misure prese, resta ancora esposta ai tanti rischi derivanti dal panorama internazionale.
La view della Fed
Nella serata di ieri il numero uno della Fed, Janet Yellen, ha ribadito che secondo la sua visione non ci sarebbe nessun pericolo di bolla sui mercati statunitensi nonostante un’azione accomodante, operata dalla Federal Reserve, ormai praticamente decennale. Stando sempre alle sue analisi, infatti, la strategia da adottare si fonderebbe su una serie di rialzi graduali e allo stesso tempo comodi, dei tassi di interesse, strategia che non andrà a impattare su un’economia da lei giudicata in salute.
Partono gli allarmi?
Ad alimentare i timori anche un altro dato, questa volta evidenziato da Michael Snyder secondo cui i casi di default aziendali sono attualmente al livello più alto dal 2009. Per quanto la prima “vittima” sia facilmente identificabile nei rappresentanti del settore energetico, complice il crollo delle quotazioni del petrolio che da oltre un anno e mezzo stanno flagellando i conti di tutte le società estrattive, comprese le più grandi, non sono i soli. Anche i rating delle imprese delle imprese a stelle e strisce sono al livello più basso dall’inizio della recessione. Il sospetto che questo malessere possa tramutarsi prima che in sofferenza finanziaria, in una serie di futuri licenziamenti è sempre più forte.
I fattori di intralcio
E le alterne ondate di volatilità ed euforia, come gli esempi che le sedute di ieri e oggi ci hanno dato, non sono certo un buon antidoto.
Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online