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Gasdotto Tap, rinviata a 9 marzo udienza su ricorso Regione Puglia e Melendugno

I luoghi dove dovrebbe passare il gasdotto Tap, tra gli uilivi centenari di Melendugno, vicino a Lecce. REUTERS/Giancarlo Navach (Reuters)

MILANO (Reuters) - Runviata al 9 di marzo l'udienza del Consiglio di Stato, inizialmente fissata oggi, per discutere nel merito del ricorso presentato da Regione Puglia e comune di Melendugno contro la decisione del Tar del Lazio che lo scorso febbraio ha ritenuto legittima l'autorizzazione unica e la Via relativa all'approdo del gasdotto Tap sulla spiaggia di San Foca, parte finale di un'infrastruttura lunga 3.500 chilometri per portare il gas azero in Europa. E' quanto riferiscono a Reuters fonti legali. Nell'udienza di marzo ci sarà la discussione fra le parti e poi arriverà la decisione del Consiglio di Stato. Il Tar aveva respinto le argomentazioni di Regione e amministrazione comunale, in particolare relativamente all'applicabilità della normativa Seveso (connessa al rischio di incidenti rilevanti) per il terminale di ricezione del gasdotto e all'illegittimità dell'iter con il quale il governo ha superato il dissenso della Regione sulla scelta dell'approdo nella spiaggia che farte del comune di Melendugno, in provincia di Lecce. Inoltre, secondo il comune di Melendugno l'autorizzazione unica è da ritersi scaduta per decorso del termine ultimo, quello del 16 maggio scorso indicato per l'apertura del cantiere per la costruzione del microtunnel. Di parere avverso è, invece, il consorzio Tap - di cui fanno parte Snam, BP, Socar, Fluxys, Enagas e Axpo - che ritiene il cantiere ufficialmente aperto nelle campagne di Melendugno con l'avvio di alcune indagini archeologiche e sondaggi geologici. A prescindere da quale sarà la decisione del Consiglio di Stato, in realtà i lavori dell'approdo non sono di fatto partiti perché Tap non ha ancora spostato i primi 231 ulivi, cui seguiranno altri 1.900, necessari all'avvio degli scavi per la costruzione del pozzo di spinta. A giorni, dicono a Tap, è previsto il via libera fito sanitario da parte della Regione propedeutico all'espianto e ricollocamento degli alberi. L'operazione va fatta comunque entro il 30 aprile, altrimenti si richiuderà nuovamente la finestra temporale fino al prossimo 1 di novembre. I tempi per realizzare l'infrastruttura sono comunque molto serrati per riuscire a centrare l'obiettivo di fare affluire il primo gas a partire da gennaio 2020 come nelle attese del Consorzio: entro fine maggio va scavato il pozzo di spinta, per l'inverno 2017-18 il micro tunnel di 1,5 chilometri e nel 2018 va steso il tubo a mare e a terra. (Giancarlo Navach) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia