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Goldman taglia stime Brent trim3 a 75 $ il barile, variante Delta zavorra domanda

Il logo Goldman Sachs presso la Borsa di New York

(Reuters) - Goldman Sachs ha ridotto a 75 dollari il barile le stime per il greggio Brent nel terzo trimestre, un taglio di 5 dollari rispetto alle attese precedenti dovuto all'impatto sulla domanda dell'aumento dei contagi dalla variante Delta di Covid-19.

I prezzi del greggio hanno perso 5 dollari il barile ieri, in risposta ai timori per l'impatto sulla domanda dalle crescenti infezioni dalla variante Delta e dall'accordo Opec+ per stimolare la produzione.

"I nostri bilanci sul greggio sono leggermente inferiori nella seconda metà dell'anno rispetto alle stime precedenti, con un impatto sulla domanda di 1 milione di barili al giorno previsto per due mesi legato al Delta, più che compensato dal più lento aumento della produzione Opec+", si legge in un comunicato Goldman.

La banca ora prevede un deficit nel terzo trimestre pari a 1,5 milioni di barili al giorno, rispetto alla precedente stima di 1,9 milioni di barili al giorno.

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Goldman stima una media di 80 dollari per barile per i prezzi del Brent nel quarto trimestre, rispetto alla precedente proiezione di 75 dollari, e prevede un deficit di 1,7 milioni di barili al giorno nell'ultimo trimestre dell'anno.

"La rivalutazione del mercato petrolifero a un equilibrio più alto non è affatto finita, con un impulso rialzista che si sposterà dalla domanda all'offerta", ha aggiunto la banca.

Anche se le vaccinazioni non ridurranno i tassi di ricovero, che potrebbero portare a una protratta contrazione della domanda, il calo sarà compensato dalla minore produzione dell'Opec+ e dell'olio di scisto statunitense, dati i prezzi attuali, secondo Goldman.

"I prezzi del greggio potrebbero continuare ad oscillare fortemente nelle prossime settimane, date le incertezze sulla variante Delta e sulla lentezza degli sviluppi dell'offerta in relazione ai recenti guadagni della domanda", ha aggiunto.

Goldman ha anche notato che i progressi sull'accordo nucleare tra Usa e Iran sono in stallo, con crescenti rischi di un potenziale aumento delle esportazioni iraniane dopo lo scenario base previsto a ottobre.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Roma Stefano Bernabei)