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Governo esamina vendita Poste venerdì, fino a 6 mld da 40%

L'Ad di Poste Italiane, Massimo Sarmi. Roma, 3 dicembre 2008. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

ROMA (Reuters) - Il governo italiano esaminerà al Consiglio dei ministri in agenda per venerdì pomeriggio la cessione di una quota di minoranza di Poste Italiane spa, una delle dismissioni che dovrebbero essere realizzate entro l'anno per ridurre il debito. Lo riferiscono tre fonti governative. Palazzo Chigi ha fatto sapere di voler cedere fino al 40% dell'intero gruppo e una fonte governativa ha detto che lo Stato potrebbe ricavare fino a 6 miliardi di euro. "Pare che il Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) vada venerdì", ha detto una delle persone vicine alla situazione, con la quale ha parlato Reuters. "Il governo sta spingendo molto sulla cessione di Poste ed entro il fine settimana potrebbe esaminare il provvedimento", ha detto una seconda fonte, mentre una terza ha precisato che il Cdm è in calendario per venerdì pomeriggio. Il governo ha annunciato per il 2014 un piano di dismissioni di proprie partecipazioni fino a 12 miliardi con l'obiettivo di fare scendere il debito e riconquistare spazi di manovra per la crescita. Il programma coinvolgerà il 3-4% di Eni, Cdp Reti, Fincantieri, Stm Holding oltre a Sace, Grandi Stazioni e Enav. L'unica valutazione pubblica di Poste risale al 2010 e valuta il gruppo guidato da Massimo Sarmi 9,4 miliardi di euro. Nell'ottica di dare più valore all'azienda e certezza agli investitori, il governo sta valutando l'allungamento a 5 anni del contratto con cui remunera l'azienda pubblica per il servizio di smistamento della corrispondenza. Ad aumentare l'appetibilità di Poste dovrebbe arrivare anche il rinnovo della convenzione triennale con Cdp, scaduta nel 2013, e che nel 2012, ha fruttato a Poste 1,649 miliardi, secondo il bilancio pubblicato sul sito. Ieri, il vice ministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, ha detto che questa dismissione potrebbe realizzarsi verso metà anno. La legge prevede varie possibilità di vendita, dall'offerta pubblica alla trattativa diretta. Catricalà ha ricordato che in varie privatizzazioni di utility postali realizzate in Paesi europei sono state "cedute azioni ai dipendenti. Il governo inglese ha messo sul mercato, in ottobre, il 33% di Royal Mail, mantenendo per sé una partecipazione del 38%. L'ipo, osteggiata dai sindacati britannici, ha invece ricevuto un'accoglienza entusiastica sul mercato: con titoli in vendita per 1,7 miliardi di sterline le offerte ricevute sono state pari a circa 27 miliardi. (Valentina Consiglio, Alberto Sisto, Roberto Landucci) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia