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Governo, nuova maggioranza guarda a doppio turno

Aula del Senato italiano. Vista dalla tribuna prima che fosse votata la decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare. Roma, 27 novembre 2013. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - La minaccia di trovarsi di fronte a una riforma elettorale a doppio turno voluta dalla nuova maggioranza di governo potrebbe costringere Forza Italia a rientrare nella partita delle riforme. E' questo il cuore delle novità politiche delle ultime ore. Vediamo come si è dipanato il film del confronto politico. Enrico Letta, nella conferenza stampa di questa mattina al termine del vertice di Vilnius, ha chiarito in che senso il passaggio parlamentare deciso ieri sera con Giorgio Napolitano per dare vita alla nuova fase politica si collega alla riforma costituzionale e alla riforma elettorale che Camera e Senato devono affrontare nelle prossime settimane. Il passaggio chiave del ragionamento di Letta sta nelle frasi finali in cui ha chiarito il rapporto distinto tra azione di governo e azione del Parlamento sulle riforme. Sulla prima il governo avrà a che fare con una nuova fase politica: la fine delle larghe intese e l'inizio di un governo di solidarietà, senza Forza Italia. La seconda invece "voglio sia portata avanti con la più larga condivisione e coinvolgimento possibile", ha detto Letta, chiedendosi "che ruolo vuole svolgere [il partito di Silvio Berlusconi] rispetto alle riforme istituzionali che i parlamentari di Forza Italia hanno appoggiato fino a oggi". L'interesse di Letta e di Napolitano, pare di capire, è acconsentire a uno scambio col partito di Berlusconi: concedere la formalizzazione del cambio di governo con un nuovo voto parlamentare (cosa che fino a ieri pomeriggio era stata negata con la famosa nota del Quirinale con la quale si considerava la fiducia dell'altra sera in Senato come passaggio chiarificatore e sufficiente) in cambio di un coinvolgimento di Forza Italia sulle riforme istituzionali. Ci si chiede, però, perché il partito di Berlusconi dovrebbe acconsentire a questo dopo avere detto negli ultimi giorni che non ha più alcuna intenzione di avere un ruolo in questa legislatura e di voler fare una opposizione decisa. La chiave potrebbe essere in quanto avvenuto ieri. Napolitano ha convocato al Quirinale i ministri delle Riforme Gaetano Quagliariello e dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini per fare il punto sulla riforma elettorale. Fino ad ora si è registrato uno stallo in Parlamento sul tema e martedì prossimo è attesa una (forse prima e ancora non definitiva ma comunque almeno in parte dirimente) decisione della Corte costituzionale sul tema. Dopo l'incontro al Quirinale, Franceschini ha detto che - se non interverrà il Parlamento, come ormai appare difficile - del tema si farà carico il governo. La nuova maggioranza potrebbe trovare un punto d'accordo, come alcuni osservatori politici hanno già rilevato in queste ore soprattutto sui social network (i giornali finora hanno dimostrato di essere più indietro nel dibattito), convergendo sul doppio turno. E' questo il sistema prediletto storicamente dal Pd ed anche il probabile neo segretario Matteo Renzi ha ultimamente appoggiato questo tipo di riforme. Secondo gli osservatori, la riforma alla francese potrebbe essere ora appoggiata anche da Angelino Alfano e il suo Nuovo centrodestra. La conversione alfaniana avrebbe il fine di obbligare Berlusconi a trattare in chiave elettorale accordi nazionali e locali con tutto il centrodestra, su una linea di mediazione, quella stessa linea che ha in queste settimane opposto gli alfaniani ai falchi berlusconiani. Solo l'idea di un possibile accordo sulla legge elettorale in chiave doppioturnista potrebbe essere la chiave di volta che potrebbe portare Forza Italia a più miti consigli in chiave di riforme costituzionali. Rientrati i berlusconiani nel confronto parlamentare, il cammino anche per il governo potrebbe essere più agevole se nei prossimi giorni si troverà sul programma quella "coesione" per ora solo annunciata a parole da Letta. La vera incognita in tutto questo è il ruolo di Renzi nei confronti del governo. La partita centrale e decisiva delle prossime settimane è quella tra Letta e Renzi, una sfida tutta toscana e interna al Pd. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia