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Berlusconi risuscita Forza Italia, leali a governo. Polemiche

L'ex premier Silvio Berlusconi. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

ROMA (Reuters) - Silvio Berlusconi ha riunito stasera l'ufficio di presidenza che ha deciso la trasformazione del Pdl in Forza Italia, ma il partito è spaccato malgrado il Cavaliere abbia garantito lealtà al governo. Al termine della riunione, l'ex ministro Claudio Scajola ha detto ai cronisti: "Nasce Forza Italia, il governo va avanti", nascita poi confermata con un successivo lungo comunicato. Assenti a palazzo Grazioli i cinque ministri, il capogruppo in Senato, Renato Schifani, e alcuni parlamentari convinti dell'esperienza di governo delle larghe intese come Roberto Formigoni, Carlo Giovanardi e Maurizio Sacconi. L'ufficio di presidenza è stato preceduto da un "drammatico" confronto (come riferito da una fonte del partito) questo pomeriggio tra Berlusconi e i ministri capeggiati dal segretario di partito Angelino Alfano che hanno chiesto, senza esito, al capo di rinviare la riunione. Berlusconi ha tentato di gettare acqua sul fuoco parlando "incompresioni solo di tipo personale, non sui valori che ci uniscono. Sono contrasti che sono sicuro che saranno sanati". "Il nostro ministro Alfano è forte del mio affetto della mia stima, credo che potrà essere ancora lui il segretario", ha aggiunto Berlusconi dopo che il vice premier, fallito il tentativo di convincere il Cavaliere a non rifondare Forza Italia, non ha partecipato alla riunione. "Il mio contributo all'unità del nostro movimento politico, che mai ostacolerò per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, così come faranno altri colleghi, all'ufficio di presidenza che ha il compito di proporre decisioni che il Consiglio nazionale sarà chiamato ad assumere. Sono convinto che il tempo che ci separa dal Consiglio nazionale consentirà al presidente Berlusconi di lavorare per ottenere l'unità", scrive Alfano in una nota. Il consiglio nazionale si terrà il prossimo 8 dicembre, come è stato confermato oggi. LA NOTA SULLA NASCITA DI FORZA ITALIA La nota del Pdl al termine dell'ufficio di presidenza inizia difendendo Berlusconi dalla "persecuzione politica, mediatica e giudiziaria" e contro la decadenza sulla quale il Senato dovrà pronunciarsi. Ribadisce il programma del partito e la sua adesione al Ppe. Poi l'annuncio del nuovo partito e le conclusioni: Si "affida al presidente Berlusconi pieno mandato politico e giuridico per attivare le necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi statutari, per l'attuazione di questa deliberazione politica e gli conferisce le responsabilità connesse alla guida del movimento per definire obiettivi, tempi e modi della nuova fase di attività secondo lo Statuto di Forza Italia". I ministri - oltre ad Alfano: Gaetano Quagliariello, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi - dopo avere lasciato palazzo Grazioli, si sono riuniti nuovamente a palazzo Chigi. Le colombe contestano non solo che il ritorno a Forza Italia sia un cedimento alle posizioni dei falchi ma anche che in Forza Italia non è prevista la figura del segretario e quindi verrebbe azzerato l'incarico di leadership nel partito riservato ora ad Alfano. La riunione e il confronto ai massimi livelli non ha frenato le dichiarazioni e le scaramucce fra i due schieramenti interni. L'ex capogruppo Fabrizio Cicchitto, in una nota, dice che alcuni "estremisti" nel Pdl, cioè la componente dei falchi, lavorano per andare rapidamente ad elezioni politiche anticipate, ma il loro tentativo è già stato vanificato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha detto ieri che non scioglierà le Camere fino a quando non sarà fatta una legge elettorale. In caso di crisi quindi "si andrebbe ad un governo di scopo sul quale il centro-destra non eserciterebbe alcuna influenza", scrive Cicchitto. Il presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan, falco Pdl, si è intanto dimesso da relatore di maggioranza del decreto sulla scuola e università contestando di fatto la natura del provvedimento. Le due anime del partito continuano a lavorare su fronti opposti: le colombe sostengono l'esecutivo Letta, i falchi fanno il possibile per metterlo in crisi. (Roberto Landucci e Massimiliano Di Giorgio) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia