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Pensioni, probabile decreto a Consiglio ministri lunedì

ROMA (Reuters) - Dovrebbe essere esaminato lunedì prossimo il decreto sulle pensioni necessario a rispondere ai rilievi di incostituzionalità sollevati dalla Consulta sulla norma del governo Monti che cancellava per il 2012-2013 l'adeguamento all'inflazione delle pensioni superiori a 1.400 euro circa. Il consiglio dei ministri è stato convocato per il 18 maggio a mezzogiorno e, anche se per il momento manca l'ordine del giorno, una fonte governativa ha detto che "potrebbe" essere questa l'occasione per esaminare il provvedimento che rischia di costare alle casse dello Stato diversi miliardi di euro. Secondo Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro della Camera, al cdm di lunedì ci sarà solo "un primo giro di tavolo" sul tema prima della decisione finale. A margine di una audizione parlamentare, il viceministro al Tesoro, Enrico Morando, ha spiegato che per ottemperare alla sentenza è necessario rimuovere due elementi: la durata biennale della sospensione dell'indicizzazione e il basso importo degli assegni coinvolti. "La sentenza della Corte individua due ragioni di valutazione negativa: la sospensione dell'indicizzazione è per due anni anziché per uno, come si era fatto con analoghi provvedimenti in passato, quindi si solleva un problema di temporaneità della decisione; secondo, l'intervento riguarda pensioni più basse di quelle coinvolte nel passato. E' per questa ragione che la Corte dichiara illegittimo il provvedimento del 2011. Quindi la sentenza è tale che, rimuovendo queste due ragioni di valutazione negativa, si ottempera", ha detto. Sia il presidente del Consiglio Matteo Renzi che il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan hanno detto nei giorni scorsi che il governo si prenderà il tempo necessario per trovare una soluzione equa per i cittadini e sostenibile per le finanze pubbliche secondo le cifre del Def. E oggi il titolare del Lavoro, Giuliano Poletti, ha parlato di provvedimento "ben prima" delle elezioni regionali del 31 maggio. La Commissione europea, nelle raccomandazioni pubblicate oggi, ha detto che "l'impatto esatto sui conti pubblici [italiani della sentenza] dipenderà da come il governo italiano farà fronte alla questione, aspetto che resta ancora da chiarire", si legge nel documento dedicato all'Italia, considerando che le stime di primavera non incorporano l'inattesa pronuncia della Corte Costituzionale. Ieri Renzi ha fatto capire che per rispettare la sentenza sarà intaccato il cosiddetto tesoretto, cioè quello 0,1 di gap tra deficit tendenziale e programmatico indicato nel Def e stimato intorno a 1,6 miliardi. Secondo il sottosegretario al Tesoro Enrico Zanetti, di Scelta civica, il limite oltre il quale non dovranno essere corrisposti rimborsi dovrebbe essere di circa 3.500 euro mensili. (Giuseppe Fonte) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia