Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 3 hours 10 minutes
  • FTSE MIB

    34.252,78
    +313,03 (+0,92%)
     
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    84,35
    +0,78 (+0,93%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.022,20
    +326,04 (+0,55%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.385,23
    -11,30 (-0,81%)
     
  • Oro

    2.356,60
    +14,10 (+0,60%)
     
  • EUR/USD

    1,0720
    -0,0013 (-0,12%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.977,94
    +38,93 (+0,79%)
     
  • EUR/GBP

    0,8568
    -0,0006 (-0,07%)
     
  • EUR/CHF

    0,9781
    -0,0004 (-0,04%)
     
  • EUR/CAD

    1,4638
    -0,0011 (-0,08%)
     

Il leghista Freni, camerlengo della manovra

Federico Freni (Photo: Huffpost)
Federico Freni (Photo: Huffpost)

Nella tormentata notte della legge di bilancio a palazzo Madama, più di un senatore l’ha cercato con insistenza nei corridoi. “Dove è il camerlengo?”. Come il cardinale che durante l’assenza del Pontefice deve far funzionare la macchina amministrativa della Santa Sede, al camerlengo Federico Freni, sottosegretario all’Economia, è toccato il compito di tenere salda la cucitura della manovra. La scena: sala del governo, l’una di notte. Dentro Freni e la viceministra al Tesoro Laura Castelli. Fuori e in fila le delegazioni dei gruppi parlamentari. Incontri spigolosi per chiedere conto delle decisioni della Ragioneria generale dello Stato sugli emendamenti. A tutti manca un pezzo del pacchetto: i 5 stelle vogliono di più, la Lega teme di restare isolata, il Pd è deluso dal primo via libera. Il camerlengo discute, seleziona, media.

A via XX settembre Freni ci è arrivato per scelta di Matteo Salvini in persona. In quanto tecnico, insomma nella stagione draghiana dei contenuti serviva qualcuno che conoscesse i conti e il funzionamento della macchina amministrativa più che un politico da adattare al contesto che più tecnico non si può, quello del Tesoro, tra l’altro guidato da un ministro super tecnico come è Daniele Franco. E infatti Freni si definisce “un tecnico prestato alla politica”. Ma le vesti del camerlengo hanno consegnato uno sviluppo più veritiero e più genuino rispetto al già labile confine tra i politici e i tecnici. D’altronde lo stesso governo, fatto di ministri tecnici e di profili politici, è una crasi di due mondi che forse non ha senso tenere distinti.

Ma torniamo al camerlengo. Quando Vasco Errani, uno dei tre relatori alla manovra, lo porta con sé in una stanza per trattare con la delegazione di Fratelli d’Italia, è evidente che il Freni tecnico deve lasciare il posto al Freni politico. Ancora di più perché la trattativa va portata a termine con una forza politica di opposizione, che ha scelto di non fare ostruzionismo, ma non per questo di rinunciare a ingrossare le fila delle richieste. Questo sì, questo invece no, su questo si può trattare. La modalità della trattativa conta il giusto, l’elemento che va preso in considerazione è il fatto che questo lavoro lo fa Freni. Lo fanno anche Castelli e gli altri due sottosegretari all’Economia (Cecilia Guerra in quota LeU e Alessandra Sartore, tecnico in quota Pd).

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Lui, il camerlengo, si presta un po’′ al gioco con frasi esclamate in latino (“Ecce ancilla domini”, “dominus vobiscum”) che dettano i tempi della seduta della commissione. Sarà un modo per smorzare la tensione e la stanchezza, che prendono piede durante la notte, o forse è solo un’attitudine personale. Fatto sta che Freni piace un po’ a tutti i partiti, che non lo vedono come il portabandiera della Lega.

Ma nell’azione del camerlengo resta la traccia di una riunione fiume per chiudere la manovra in una sola notte. Insomma non è un’eresia dire che il ruolo Parlamento è stato compresso. Lui glissa: “In realtà è stato un sottile lavoro di mediazione, scomposizione e ricomposizione. È vero, si è concretizzato tutto in una notte, ma la lunga notte è il frutto di tanto lavoro svolto in un contraddittorio virtuoso con i partiti”.

Però, insomma, una legge di bilancio chiusa a un passo dall’esercizio provvisorio non è il massimo se si considera che l’esame vero in Parlamento è durato appena qualche giorno. Anche il Governo ha avuto la sua parte di responsabilità nell’affanno finale. E da buon mediatore, Freni riconosce che c’è stata una contrazione dei tempi per via della “dinamica della decretazione d’urgenza”, ma anche per “la solo parziale adeguatezza di alcuni regolamenti parlamentari” e per “la necessità di mettere a terra un insieme di disposizioni vastissimo ed eterogeneo come quello contenuto nel Pnrr”. Insomma si è fatta una corsa sul filo, per il sottosegretario ha dimostrato “il grande valore del Parlamento e dei parlamentari”, per molti altri no. “Sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire”. Le parole di Alessandro Manzoni ben si adattano al camerlengo Freni.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.