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Ilva, da rifare processo "Ambiente svenduto", difetti di notifica

TARANTO (Reuters) - Il processo "Ambiente Svenduto" per le emissioni inquinanti dell'Ilva di Taranto, il più grande stabilimento siderurgico italiano, va rifatto a causa di un difetto di notifica. Lo ha stabilito oggi il Tribunale del capoluogo pugliese. Ad accorgersi dell'errore, commesso dal giudice per le indagini preliminari, è stata la stessa Procura di Taranto nell'udienza odierna. Il gup ha infatti omesso nella notifica il nome dell'avvocato di 10 imputati. Il procuratore Franco Sebasto ha chiesto una correzione in itinere, ma il presidente della giuria ha dato ragione alle difese, che chiedevano l'annullamento. Ora dunque dovrà essere un nuovo gup a decidere i rinvii a giudizio per il nuovo processo. Le udienze erano cominciate il 20 ottobre scorso, con 44 imputati e tre società ( Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici) imputati a vario titolo e con la cifra record di 1.000 parti civili. Il processo era però stato rinviato al primo dicembre per un difetto di notifica nei confronti di uno degli imputati. Tra gli imputati, oltre a Fabio e Nicola Riva (esponenti della famiglia che possiede il 90% di Ilva, azienda oggi in amministrazione straordinaria) e ad alcuni dirigenti aziendali, ci sono anche esponenti politici ed amministratori, come l'ex presidente della Regione e leader di Sel Nichi Vendola, l'ex presidente della Provincia Gianni Florido e l'attuale sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. Secondo una perizia epidemiologica disposta dalla procura tarantina e resa nota nel 2012, anno in cui la magistratura dispose il sequestro di una parte dello stabilimento, in 13 anni le emissioni nocive di Ilva avrebbero causato la morte di quasi 400 persone. Ma l'azienda - ex Italsider, privatizzata e rilevata negli anni 90 dai Riva - ha sempre sostenuto che si trattava di dati relativi al passato, e che la situazione dell'impianto ambientale era nettamente migliorata dopo un processo di risanamento. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia