Indipendenza del Veneto, quali conseguenze per il fisco?
Non solo la Crimea, verrebbe da dire: il prossimo referendum per l’indipendenza sarà quello del Veneto? Lo spera fermamente Gianluca Busato, ideatore e promotore del sito plebiscito.eu, che promuove il voto popolare per la secessione della regione italiana tramite un vero e proprio meccanismo di voto online, alternativo rispetto a quello di un tradizionale referendum e basato su un codice ricevuto a domicilio, come una vera e propria scheda elettorale. Un’iniziativa che ha attirato l’attenzione dei media locali, nazionali e persino internazionali (Telegraph, BBC e Daily Express tra gli altri), anche perché è stata in grado, a soli tre giorni dall’inizio delle votazioni, di raccogliere circa 1 milione e 300mila voti (il 30,5% aventi diritto di voto nella regione).
Ma il progetto degli indipendentisti veneti non si ferma certo al web. Una volta ottenuti 2 milioni di voti, promette Busato, gli organizzatori dell’iniziativa vorrebbero sfruttare il principio di autodeterminazione dei popoli previsto dal diritto internazionale per procedere a una dichiarazione unilaterale di indipendenza dall'Italia. E, se questo primo passo, potrebbe esser denso di rilevantissime conseguenze politiche, il secondo avrebbe ripercussioni economiche pesantissime: una volta dichiarata l'indipendenza si proclamerebbe infatti l'immediata esenzione fiscale totale per i cittadini veneti, con un ammanco per lo Stato italiano decisamente consistente, se consideriamo che il PIL del Veneto è di circa 145 miliardi di euro e - solo tra Irpef e Irap - la regione contribuisce ogni anno con circa 16 miliardi di euro, senza contare il gettito proveniente da IVA, IMU, bolli, ecc. Va poi notato che il Veneto è tra le maggiori regioni “creditrici” d’Italia: il suo residuo fiscale pro capite (ovvero la differenza tra le tasse versate allo stato e quanto ritorna alla regione in servizi e trasferimenti) è superiore ai 3.700 euro; insomma ogni cittadino veneto dona alle altre regioni 3.700 euro ogni anno e in totale è stato calcolato che la Regione Veneto “dona” 21 miliardi di euro ogni anno allo stato. Una situazione, quindi, che pur presentandosi ora come uno scenario a metà tra il folclore e la fantapolitica, potrebbe riservare conseguenze certamente non poco serie alle già non floride finanze nazionali.
A raffreddare gli spiriti indipendentisti di Busato sembra tuttavia esserci un dettaglio tecnologico non da poco: il sito che ospita il referendum sembra presentare delle falle che consentono di votare anche con dati e identità false, e addirittura votare più volte. Il promotore di plebiscito.eu tuttavia smentisce, affermando che il sistema incrocia i dati dei votanti con quelli dell'anagrafe elettorale, e quindi garantisce la massima affidabilità.