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Intelligenza artificiale, l’Europa vuole scrivere per prima le regole del gioco

La Commissione europea mette alla prova i requisiti chiave per sviluppare un’intelligenza artificiale etica (Ai) (Getty)
La Commissione europea mette alla prova i requisiti chiave per sviluppare un’intelligenza artificiale etica (Ai) (Getty)

L’intelligenza artificiale deve essere un valido aiuto ma non deve in alcun modo danneggiare l’uomo. La Commissione europea mette alla prova i principi etici e i requisiti chiave per sviluppare un’intelligenza artificiale (Ai) che non sia una minaccia per l’uomo. Entro l’estate del 2020, infatti, Bruxelles vuole definire lo schema di valutazione che aziende, centri di ricerca e organizzatori dovranno applicare ai loro progetti sull’Ai per capire se rispettano o meno le regole comunitarie.

La bozza

Da giugno la bozza verrà messa nero su bianco dai 52 esperti nominati dalla Commissione europea per lavorare ai principi di un’intelligenza artificiale etica. “L’intelligenza artificiale è la mia priorità”, ha dichiarato Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione e responsabile per il mercato unico digitale, al terzo Digital day europeo (il vertice annuale sull’avanzamento delle politiche comunitarie sull’innovazione).

Le sfide dell’Ai

Fissare dei principi etici è utile per smarcare l’Ai dai suoi usi controversi, come i sistemi di sorveglianza, forme di Ai sotto copertura, armi autonome. Fissano gli steccati tra usi considerati “accettabili” – per esempio nell’uso della tecnologia per individuare criminali – e applicazioni pericolose, nocive o che violano i diritti fondamentali.

I paletti alla tecnologia

Dall’intelligenza artificiale non dovremmo accettare condizioni che non accetteremmo nella vita normale”, ha evidenziato Mona Keijzer, segretario di Stato del ministero olandese dell’Economia. E ha aggiunto: “Dobbiamo allargare il discorso dalla privacy all’autonomia. Siamo ancora responsabili delle decisioni che prendiamo o dipendono da un algoritmo?”. Per Andrea Cioffi, sottosegretario del ministero italiano dello Sviluppo economico, uno dei focus dello sviluppo successivo dell’Ai dovrà essere la “difesa delle persone più fragili, come gli anziani”.

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