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INTERVISTA-Petronas, con rallentamento crescita stop a jv con Versalis, punta su Italia

Il logo di Petronas a Kuala Lumpur, nel febbraio scorso. REUTERS/Olivia Harris/File photo (Reuters)

di Giancarlo Navach e Stephen Jewkes VILLA STELLONE (Reuters) - Petronas, il gigante malese dell'energia, ha piani ambiziosi per la crescita nei settori dei lubrificanti per auto in Italia, Gran Bretagna, Irlanda e Germania. Annuncia lo stop alla jv con Versalis nella produzione e vendita di elastomeri a causa del 'mini-petrolio' e del rallentamento delle economie globali, così come non è interessata a rilevare la chimica dell'Eni né a entrare nel segmento downstream delle stazioni di servizio in Europa. Md Arif Mahmood, esecutive vice president e Ceo del settore downstream di Petronas, parla a tutto campo in un'intervista esclusiva a Reuters nel quartier generale europeo di Villa Stellone (Torino), in occasione della visita dei vertici della major per il grand prix di Formula Uno di Monza. La major malese è sponsor del team di Formula Uno Mercedes e, proprio a Villa Stellone, la società sviluppa sia le benzine sia i lubrificanti che poi vengono testati nelle gare. "Sappiamo che Versalis è in vendita e che Eni sta parlando con alcuni investitori potenziali, ma rilevare la società non è fra i nostri progetti", sottolinea il manager malese. Dopo il nulla di fatto con il fondo Usa Sk Capital, la major italiana ha sospeso la cessione e ha riconsolidato a bilancio il business della chimica. Poi aggiunge: "Eravamo in partnership negli elastomeri (siglata nel novembre del 2013, ndr.), ma abbiamo deciso entrambi di non procedere con la venture con Versalis per il momento, a seguito delle condizioni del prezzo del petrolio. Abbiamo avviato la partnership, ma considerate le condizioni di mercato di oggi abbiamo deciso di non procedere con la venture". Quanto al downstream, "abbiamo un piano aggressivo di crescita in Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Italia dove vediamo grandi opportunità. Per ora ci focalizziamo solo sui lubrificanti, mentre per quanto riguarda le stazioni di servizio ci limitiamo ad Asia, Malaysia, e Sudafrica. Per i distributori non ci sono piani di crescita in Europa" spiega Mahmood. Con il prezzo del petrolio a questi livelli, anche un colosso come Petronas è al momento alla finestra e quindi qualunque ipotesi di M&A è bloccata: "Con un range di prezzo di 40-50 dollari barile stiamo tagliando il budget soprattutto nell'upstream. A questi prezzi nessuna delle grandi major, inclusi noi, può sostenere i livelli precedenti, taglieremo il capex di oltre 10 miliardi di euro nei prossimi 3-4 anni". Anche per Petronas, il mantra in questa difficile fase di mercato è sempre lo stesso: fare maggiore efficienza e semplificare. "Non abbiamo intenzione di tagliare posti di lavoro, puntiamo a fare di più con meno", dice il ceo del downstream della società. La società ha chiuso il secondo trimestre con un crollo dei profitti dell'85% a causa del deprezzamento del greggio e di oneri da svalutazioni pari a 401,99 milioni di dollari. Europa a parte, il focus per Petronas resta comunque l'Asia del Sud abitata da 4 miliardi di persone con una classe media in rapida crescita così come i consumi. In Malaysia Petronas ha tre impianti di raffinazione e un quarto è in costruzione a Pengerang, nel Sud del paese. Si tratta del polo Rapid (Refinery and petrochemical integrated development) che "avrà una capacità di 300mila barili di raffinazione al giorno e sarà completato nel primo trimestre 2019. Per la fine dell'anno avremo più del 50% del progresso del complesso. A livello globale stimiamo un costo di 27 miliardi di dollari e il progetto è quasi tutto nostro". Altro fiore all'occhiello di Petronas, ci tiene a rimarcare il manager malese, è la realizzazione del cosiddetto "floating Lng": una nave che estrae il gas direttamente dal giacimento a mare e lo liquefa senza utilizzare alcun gasdotto. Poi, una volta esaurito il giacimento, è possibile spostare la nave su un altro sito. "In questa fase stiamo nel pre commissioning del floating lng, il primo nel mondo, in Sarawak (Malaysia) e, se tutto andrà come previsto, vedremo la produzione alla fine di quest'anno o inizio prossimo anno. L'investimento è intorno ai 12 miliardi di dollari", dice. Infine, in Canada, Petronas è in attesa del via libera ambientale da parte del governo per un altro impianto di Gnl non convenzionale nel Nord della regione British Columbia. "Puntiamo ad ottenere l'ok quest'anno, ma dobbiamo valutare quali saranno le condizioni". ((Redazione Milano, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 02 66129518, Reuters messaging: giancarlo.navach.reuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia