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Italia, Istat: 28,3% a rischio povertà ed esclusione sociale in 2014

ROMA (Reuters) - Oltre un quarto della popolazione nel 2014 era a rischio povertà o esclusione sociale, livello stabile rispetto all'anno prima, mentre l'indicatore di grave deprivazione era in calo, di nuovo sui livelli del 2011, secondo le stime diffuse oggi da Istat. "Nel 2014 si attesta al 28,3% la stima delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale residenti in Italia", dice Istat nell'indagine 'Reddito e condizioni di vita', precisando che l'indicatore deriva dalla combinazione del rischio di povertà, della grave deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro. La sostanziale stabilità rispetto al 2013 del rischio di povertà ed esclusione sociale si spiega col fatto che "la diminuzione della quota di persone in famiglie gravemente deprivate (la stima passa dal 12,3% all'11,6%) viene compensata dall'aumento della quota di chi vive in famiglie a bassa intensità lavorativa (dall'11,3% al 12,1%); la stima del rischio di povertà è invece invariata". Per quanto riguarda l'indicatore della grave deprivazione, il calo è determinato "dal fatto che scendono le quote di individui in famiglie che, se lo volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 13,9% al 12,6%), una settimana di ferie all'anno lontano da casa (dal 51,0% al 49,5%) o una spesa imprevista pari a 800 euro (dal 40,2% al 38,8%)". Nel Mezzogiorno quasi la metà dei residenti risulta a rischio povertà o esclusione sociale (45,6%), contro il 22,1% del Centro e il 17,9% del Nord. Sono in difficoltà soprattutto i monogenitori, le coppie con tre o più figli, chi vive in famiglie con cinque o più componenti e i nuclei monoreddito. Nel 2014 il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito netto non superiore a 24.310 euro (2.026 euro al mese), conclude Istat, precisando che il 20% più povero della popolazione possiede l'8% del reddito totale. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia