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Italia, Istat migliora crescita 1° e 2° trimestre, target a un passo

Un operaio al lavoro in una fabbrica automobilistica. REUTERS/Giorgio Perottino (Reuters)

di Elvira Pollina MILANO/ROMA (Reuters) - L'economia italiana ha segnato una crescita migliore di quanto inizialmente stimato nel primo e nel secondo trimestre, portandosi a un passo dal centrare l'obiettivo di crescita indicato dal governo per l'intero anno. Istat ha infatti rivisto al rialzo la stima del Pil del secondo trimestre, portandola a +0,3% da +0,2% della lettura preliminare. Migliorata anche la lettura relativa ai primi tre mesi dell'anno, a +0,4% da +0,3%. La variazione acquisita per il 2015 è pari a 0,6% e il target di 0,7% sull'intero anno prospettato governo, che tra pochi giorni presenterà il nuovo quadro economico all'interno dell'aggiornamento del Def, appare ora agevolmente raggiungibile, come lascia intendere il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Diventa anche possibile andare oltre, anche se c'é qualche incertezza dal lato della domanda estera", commenta Paolo Pizzoli, economista di Ing, riferendosi alle turbolenze dei mercati finanziari legati al rallentamento della Cina e di altre economie emergenti, cui per ora le economia europee si sono mostrate tuttavia abbastanza resilienti. "Se con i numeri precedenti c'erano molte più incognite, adesso bastano probabilmente un trimestre piatto e una crescita minima per raggiungere l'obiettivo", prosegue l'economista. Rivisti al rialzo anche i dati a perimetro annuo: nel periodo aprile-giugno il Pil è cresciuto dello 0,7% (+0,5% la lettura preliminare)da +0,2% della prima frazione d'anno (+0,1% la stima precendente). Guardando lo spaccato delle componenti del secondo trimestre, quello che spicca è il contributo positivo dei consumi (cresciuti dello 0,3% su trimestre), in particolare delle famiglie (+0,4%). "Mi aspetto un proseguimento di questa dinamica nei trimestri a venire, grazie al graduale miglioramento del mercato del lavoro e all'aumento del potere di acquisto, legato al debole andamento dei prezzi, su cui incide il calo di energetici e materie prime", commenta Loredana Federico, economista di UniCredit. Riguardo alle componenti estere si è registrata una crescita più intensa per le importazioni (+2,2%) che per le esportazioni (+1,2%). Il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,2 punti percentuali, ma questo è visto come un segnale di riequilibrio delle componenti, alla luce dell'apporto dello 0,2% dato dalla domanda interna, andata a picco negli ultimi tre anni. "Anche per un Paese votato all'export come la Germania è irrealistico pensare a una ripresa che passi esclusivamente per l'estero", ragiona Pizzoli. Tallone d'Achille continuano ad essere gli investimenti, che sono calati dello 0,3%, rosicchiando al Pil 0,1 punti percentuali, a segnalare una certa prudenza delle imprese. Il principale contributo alla crescita è arrivato comunque dalle scorte, sia nel primo (0,5 punti) che nel secondo trimestre (0,4 punti). Gli economisti tendono per il momento a leggere tale dinamica in modo positivo e non come un accumulo forzato. "E' ragionevole pensare che sia una ricostituzione delle scorte volontaria, alla luce dei segnali di miglioramento del ciclo, dopo la lunga fase recessiva", commenta Federico. - ha collaborato da Roma Antonella Cinelli Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia