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Italia, nuovo quadro stime Commissione più vicino a numeri governo

Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. REUTERS/Francois Lenoir (Reuters)

MILANO (Reuters) - Ottiene una promozione di tre decimi di punto la stima della Commissione europea relativa alla crescita dell'economia italiana per l'anno in corso, allineandosi perfettamente ai numeri della Nota di aggiornamento al Def di settembre. Uno sguardo a volo d'uccello sulle proiezioni relative a conti pubblici e inflazione rivela un'indubbia vicinanza tra Roma e Bruxelles, lasciando intendere che per la legge di Stabilità si profili un giudizio positivo. Analoga è anche la visione di un debito/pil in calo nel 2016 dopo lunghi anni di rialzi. "La ripresa ciclica dell'economia è iniziata nel 2015 e si consoliderà nel prossimo biennio, sullo sfondo di prezzi del greggio che rimangono bassi in parallelo a un'accelerazione dei consumi. Nel corso dell'anno prossimo si vedrà un deterioramento del deficit strutturale ma una lieve discesa del rapporto debito/Pil" è l'incipit del breve capitolo dedicato all'Italia dall'eloquente titolo 'Verso una crescita più autosostenibile'. Al di là dello scarto di qualche decimale, la similitudine con il quadro dell'aggiornamento al Def ha particolare significato dopo che a metà ottobre Bruxelles ha ricevuto il testo della manovra 2016. QUADRO CRESCITA MIGLIORA GRAZIE A COMPONENTI ENDOGENE Passando ai numeri, la stima sulla crescita 2015 è corretta a 0,9% rispetto allo 0,6% previsto nelle stime di primavera datate 5 maggio; migliora di un decimo quella sull'anno prossimo a 1,5% da 1,4% (1,6% l'indicazione del governo). Una nota Istat diffusa a metà mattinata conferma per il Pil la proiezione di +0,9% su quest'anno, indicando +1,4% per il prossimo. Di particolare rilevanza, come recita il titolo delle due pagine dedicate all'Italia, che a fare da locomotore alla crescita la sia componente dei consumi in luogo del canale estero, da cui sono partiti i segnali della ripresa già a inizio anno. "La crescita 2016 dovrebbe partire dalla domanda interna: la bassa inflazione, la crescita degli occupati e i tagli fiscali dovrebbero aumentare il reddito disponibile, di qui i consumi" scrive la Commissione. Si tratta di un nuovo indiretto 'placet' anche al piano degli sgravi alle imposte, senza però entrare nei dettagli sui cespiti da tassare. Del Jobs Act, va inoltre ricordato, Bruxelles ha parlato solo positivamente. La misura ha già avuto l'effetto di aumentare il numero degli occupati, con una tendenza che dovrebbe proseguire nel prossimo biennio, sottolinea la Commissione; più lenta invece la discesa del tasso di disoccupazione, dal momento che molti dei cosiddetti scoraggiati dovrebbero tornare ad 'affacciarsi' sul mercato. CRESCITA E AVANZO AIUTANO SALDI FINANZA PUBBLICA Ferma rispetto alle stime di primavera del 5 maggio è la stima di 2,6% per il deficit/Pil 2015 - anche in questo caso livello identico a quello indicato dall'aggiornamento al Def. Guardando al 2016 - su cui Bruxelles ragione tenendo ben presente la legge di Stabilità - l'idea è di un deficit nominale pari a 2,3% da 2,0% atteso a maggio e 2,2% messo nero su bianco dal governo, che intende però ottenere un ulteriore sconto a 2,4% e potrebbe ragionevolmente ottenerlo, anche soltanto a causa dell'emergenza migranti. Illustrando alla stampa i contenuti delle stime d'autunno Pierre Moscovici, responsabile per gli Affari economici e monetari, la tassazione e le dogane, mette in ralazione il leggero scarto - un decimo - tra l'attesa sul deficit dell'anno prossimo ad attese "leggermente meno ottimistiche" sul fronte delle entrate. Nelle ipotesi della Commissione, quest'anno dovrebbe far registrare una stabilizzazione degli investimenti pubblici, reduci da cinque anni di forte contrazione, e un andamento delle entrate in linea a quello del Pil nominale. Allargando però l'orizzonte, scrivono i tecnici della Commissione "sul fronte delle entrate, la tassazione dovrebbe crescere molto meno del Pil nominale grazie al taglio del cuneo fiscale sul lavoro e dell'imposta sugli immobili, con un carico fiscale complessivo che dovrebbe ridursi di circa 1% tra quest'anno e l'anno prossimo". Grazie al miglioramento della crescita e dell'avanzo primario sono destinati a contrarsi dall'anno prossimo non soltanto il rapporto deficit/Pil ma anche - tallone d'Achille per l'Italia - quello del debito/PIl. Dopo il 132,3% dell'anno scorso, che dovrebbe passare a 133% nel 2015, Bruxelles indica per il debito/Pil una discesa a 132,2% l'anno prossimo e 130% nel 2017. Il governo di Matteo Renzi scommette su 132,8% quest'anno e 131,4% il prossimo. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia