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Italia, prezzi su anno visti in caduta a gennaio

Un uomo fa la spesa in un mercato di Roma. REUTERS/Giampiero Sposito (Reuters)

di Elvira Pollina MILANO (Reuters) - L'economia italiana inizia il 2015 con una caduta dei prezzi al consumo, guidata principalmente dal calo del comparto energetico, innescato dal crollo del prezzo del greggio, anche se permane la debolezza della domanda interna, fiaccata da un triennio di recessione. E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Reuters tra gli economisti in vista della pubblicazione dei numeri preliminari Istat relativi a gennaio, prevista per domattina. Le stime convergono su una mediana di -0,3% su anno per quanto riguarda l'indice nazionale dei prezzi al consumo Nic e di -0,4% per quanto riguarda l'indice armonizzato ai parametri europei Ipca. A dicembre il dato nazionale a perimetro annuo aveva segnalato una variazione nulla dei prezzi, mentre quello armonizzato aveva indicato una caduta di -0,1%. "E' prevedibile un'accentuazione del calo legata principalmente al calo dei prezzi di carburanti e dalla discesa delle tariffe di elettricità e gas", afferma Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo. La debolezza dell'andamento dei prezzi al consumo è un fenomeno che riguarda l'intera zona euro, e che a gennaio ha interessato anche la Germania, dove a gennaio il tendenziale annuo è scivolato in negativo per la prima volta dal 2009 [ID:nL6N0V84S7]. Per l'economia italiana lo scivolamento dei prezzi in territorio negativo è particolarmente penalizzante perchè aumenta gli oneri di un debito pubblico che viaggia oltre il 130% in rapporto al Pil. "In questo momento comunque per l'Italia possiamo parlare ancora di 'deflazione benigna', che dà supporto ai consumi, aumentando il reddito disponibile delle famiglie", sottolinea Mameli, che ricorda come dalle indagini di fiducia dei consumatori come la caduta dei prezzi sia accompagnata da un aumento della propensione all'acquisto [ID:nR1N0UM00I]. Non ci sarebbero, dunque, al momento avvisaglie di un rinvio degli acquisti in attesa di un'ulteriore riduzione dei prezzi, segnali dell'ingresso in una spirale deflattiva di tipo negativo. Quest'ultima minaccerebbe i timidi segnali di ripresa in arrivo dall'economia italiana, che quest'anno dovrebbe tornare a una marginale crescita positiva dopo tre anni di recessione. Proprio per scongiurare un disancoramento delle aspettative dell'inflazione a medio termine dal target inferiore ma vicino al 2%, la Banca centrale europea ha annunciato il varo a partire da marzo di un inedito piano di quantitative easing esteso ai titoli di Stato. Nella media del 2014 l'inflazione italiana ha rallentato allo 0,2%, livello che per il Nic rappresenta il minimo dal 1959[ID:nR1N0UM003]. Secondo Istat, la dinamica dei prezzi continuerà ad essere negativa nella prima parte di quest'anno. "Dovremmo rivedere un'accelerazione lieve dei prezzi nei nel secondo semestre, grazie alle misure della Bce e all'entrata in una fase di lieve crescita economica", prevede Mameli, che per il 2015 stima un indice nazionale a 0,2% e un armonizzato a 0,1%. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia