Jobs act, in 2016 crescita più lenta per contratti stabili
ROMA (Reuters) - I nuovi contratti stabili, perno del Jobs act di Matteo Renzi, continueranno a crescere nell'anno in corso ma senza l'impennata registrata nel 2015, soprattutto grazie alla decontribuzione. È la stima dell'Inps anche alla luce del trend evidenziato nei primi mesi del 2016. "Al netto del calo fisiologico di inizio 2016, il numero di contratti a tempo indeterminato è aumentato di più di mezzo milione nel 2015. Inoltre, a partire da marzo 2016 il saldo mese per mese di assunzioni e cessazioni in questi contratti sta ricalcando le dinamiche degli anni precedenti al 2015", si legge nel relazione del presidente dell'istituto, Tito Boeri. "I contratti a tempo indeterminato sembrano destinati nel 2016 a stabilizzarsi su questi livelli più alti. Difficile che, dopo il grande balzo del 2015, possano crescere ulteriormente quest’anno tenendo conto della lenta ripresa della nostra economia". Nei primi 4 mesi del 2016, le assunzioni private sono state 1.608.000 (-13,1% su anno), essenzialmente a causa della flessione dei contratti a tempo indeterminato, scesi del 35,1% (-233.000) sul primo quadrimestre 2015. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo per 330.000 unità, inferiore a quello del corrispondente quadrimestre del 2015 (+451.000) ma di poco superiore a quello corrispondente del 2014 (+309.000). Quanto al massiccio ricorso ai voucher, su cui il governo è intervenuto con un decreto, l'Inps dice: "Vedremo nei prossimi mesi quanto la tracciabilità sia efficace nel riportare l'utilizzo dei voucher nell'alveo inizialmente considerato dal legislatore e coerente con misure analoghe prese in altri paesi europei (come i titres de service in Belgio e Francia)". "In caso contrario, occorrerà valutare l'opportunità di circoscrivere l'utilizzo dei voucher a prestazioni e settori in cui è maggiormente diffuso il lavoro nero", conclude l'Inps. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia