Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.249,77
    +310,02 (+0,91%)
     
  • Dow Jones

    38.239,66
    +153,86 (+0,40%)
     
  • Nasdaq

    15.927,90
    +316,14 (+2,03%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,66
    +0,09 (+0,11%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.805,82
    -1.450,80 (-2,41%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.304,48
    -92,06 (-6,59%)
     
  • Oro

    2.349,60
    +7,10 (+0,30%)
     
  • EUR/USD

    1,0699
    -0,0034 (-0,32%)
     
  • S&P 500

    5.099,96
    +51,54 (+1,02%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.006,85
    +67,84 (+1,37%)
     
  • EUR/GBP

    0,8558
    -0,0015 (-0,18%)
     
  • EUR/CHF

    0,9770
    -0,0015 (-0,15%)
     
  • EUR/CAD

    1,4617
    -0,0032 (-0,22%)
     

Jobs Act, con le nuove regole i disoccupati spariranno dalle statistiche ma senza aver trovato un lavoro

Le statistiche Istat potrebbero presto perdere una quota consistente di disoccupati. Ma non per questi abbiano trovato lavoro. Come segnala il Fatto Quotidiano, infatti, sarò il cambio di regole nei servizi per l’impiego, approvato dal Ministero del Lavoro conseguentemente a quanto prescritto dal Jobs Act, a spostare molti disoccupati dai centri di impiego verso agenzie interinali private.

Ciò comporta che se precedentemente l’accesso alle prestazioni sociali era direttamente connesso all’iscrizione presso le liste di disoccupazione dei centri per l’impiego, da oggi sarà sufficiente una semplice autocertificazione per dichiarare lo stato di inoccupato. Ciò provocherà probabilmente una diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro, dato che questi non avranno l’obbligo di dichiarare la propria disponibilità a lavorare al fine di ottenere le prestazioni sociali. Così, non riferendosi più ai centri di impiego, molti disoccupati spariranno dalle quote Istat, senza che tuttavia questo rappresenti un miglioramento della disoccupazione in Italia.

E c’è chi vede nella nuova normativa una scelta chiara per imbellettare i numeri. Come nota Marta Fana — dottoranda in Economia a SciencesPo Paris e collaboratrice de Il Manifesto, che in passato ha già segnalato delle difformità notevoli nei dati del Jobs Act — questio provvedimento può aumentare la ricerca informale di lavoro, danneggiando però le politiche attive varate dalle istituzioni per garantire un lavoro a chi non lo ha. I dati dei centri per l’impiego sono infatti utilizzati da sindacati e Regioni per stabilire quali politiche implementare a livello locale.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Infine restano perplessità sullo spostamento stesso dai centri per l’impiego alle agenzie interinali. I disoccupati potrebbero perdere il loro attuale punto di riferimento — anche se spesso, e non del tutto a torto, accusato di inefficienza — senza sapere quale futuro li attenda nelle strutture private che li gestiranno. Con quali logiche? C’è chi teme che siano quelle della clientela o addirittura del lavoro a ribasso.

VIDEO - Usa: quasi 300.000 posti in più a dicembre, 2,65 milioni in tutto il 2015