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Jobs act, Poletti: verso stop a nuovi contratti a progetto

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in una immagine di archivio. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

ROMA (Reuters) - Il governo punta a superare la precarietà del lavoro a vantaggio delle assunzioni a tempo indeterminato, pur senza articolo 18, e per questo non sarà più possibile accendere contratti a progetto, i cosiddetti cocopro. Lo ha annunciato il ministro del Welfare Giuliano Poletti al termine dell'incontro di oggi con le parti sociali in vista del Consiglio dei ministri di venerdì che varerà, tra l'altro, il terzo decreto attuativo del Jobs act sulla semplificazione delle tipologie contrattuali. Poletti, secondo quanto riportato da fonti sindacali presenti all'incontro, ha anche detto che il governo manterrà a 36 mesi il limite massimo per il rinnovo dei contratti a termine. Il governo, in una impegnativa riunione che esaminerà anche una parte della delega fiscale e un ddl sulla concorrenza, dovrebbe poi varare in via definitiva il 20 febbraio i primi due decreti legislativi della riforma del lavoro: quello che introduce il contratto a tutele crescenti da inizio marzo e quello sui nuovi ammortizzatori sociali dal 1° maggio. Su questo secondo provvedimento resta il nodo della clausola di salvaguardia che scatterebbe qualora le risorse stanziate nella legge di Stabilità (1,5 miliardi più altri 400 milioni tra 2015 e 2016) non fossero sufficienti a tutelare tutti i nuovi disoccupati. "Il consiglio dei ministri approverà sicuramente in via definitiva i primi due decreti e poi il decreto sulla revisione dei contratti con l'abolizione di alcuni", ha detto Poletti precisando che i contenuti illustrati durante l'incontro di oggi sono gli orientamenti del suo dicastero, da sottoporre all'intero governo. "Pensiamo di fare una operazione che blocca la possibilità di nuove collaborazioni a progetto mentre su quelle che ci sono dobbiamo capire come gestire la transizione, tracciando il confine tra il lavoro subordinato e quello autonomo", ha detto il ministro. Più difficile cancellare i cococo (collaboratori coordinati e continuativi) poiché, secondo Poletti, "non c'è una norma specifica che istituisce questa formula". Altra forma contrattuale che dovrebbe essere abolita è l'associazione in partecipazione, mentre rimarranno in piedi i contratti di somministrazione e a chiamata. Troppo poco per i sindacati. "Delusa" la segretaria confederale della Cgil, Serena Sorrentino, che parla di "manutenzione non disboscamento dei contratti", mentre per Gigi Petteni della Cisl "se parliamo di lavoro subordinato, interinale e autonomo, 4-5 sono [le tipologie contrattuali] in grado di soddisfare le esigenze del mondo del lavoro reale". (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia