L’infermiera che ha scoperto il braccio di silicone: "Ho pensato a un arto amputato"
“L’uomo che avevo davanti stava cercando di eludere la vaccinazione attraverso una protesi in silicone sulla quale sperava che io, inconsapevole, iniettassi il farmaco”. Filippa Bau, l’infermiera che ha assistito a questo episodio, racconta in un’intervista al Corriere della Sera la sua incredulità davanti al novax che ha tentato di ingannarla.
“Sono passata in pochi istanti da una situazione di normalità, a una d’imbarazzo e poi, ancora, a una di stupore e incredulità”.
L’episodio è avvenuto il 2 dicembre all’hub vaccinale Biverbanca di Biella, in Piemonte.
Un cinquantenne si è presentato con un finto bicipite, un deltoide in silicone, pensando d’ingannare gli operatori sanitari, raggirare il sistema e ottenere il green pass senza fare realmente il vaccino.
“Quando ho scoperto il braccio dell’utente, al tatto ho percepito una “pelle” gommosa e fredda; non solo, l’incarnato era troppo chiaro”
Ha raccontato l’infermiera al Corriere della Sera. All’inizio, Bau ha creduto che il signore avesse subìto l’amputazione di un arto e che, per sbaglio, avesse prestato il braccio sbagliato per l’iniezione. Ha così cercato di tergiversare, sentendosi in imbarazzo e dispiaciuta per averlo messo in una situazione sgradevole. Quando però si è resa conto che anche l’altro arto era in silicone ha capito subito che quell’uomo la stava ingannando.
Lì ho capito, in un istante, che l’uomo che avevo davanti stava cercando di eludere la vaccinazione attraverso una protesi in silicone sulla quale sperava che io, inconsapevole, iniettassi il farmaco”
A quel punto l’infermiera si è rivolta al medico, lo stesso che poco prima aveva condotto l’anamnesi al paziente, e insieme hanno fatto una seconda valutazione agli arti dell’uomo, risultati poi finti. L’uomo ha confessato di aver indossato un busto di scena per ottenere la certificazione. Colto sul fatto, se ne è andato via ridendo. “Nonostante l’applicazione in silicone fosse molto simile alla vera pelle, il colore e la percezione al tatto hanno insospettito l’operatrice sanitaria impegnata nella vaccinazione” hanno spiegato dalla Regione. Subito dopo:
“Ci siamo fermati a riflettere un istante e abbiamo capito che non si trattava solo una situazione surreale ma di una vera e propria truffa. Così, abbiamo redatto una relazione che abbiamo consegnato ai nostri superiori, a cui spetta fare la denuncia in casi come questi. Subito dopo, ovviamente, ho ripreso la mia attività di vaccinatrice”
“Sono incredula e molto stressata - ha proseguito l’infermiera - nelle ultime settimane, tutti quelli che si presentano a fare la prima dose di vaccino sono arrabbiati con il ‘sistema’ e si sentono obbligati”. Dalla sede della Regione Piemonte, a piazza Castello, hanno fatto sapere che l’uomo sarà denunciato ai carabinieri e l’Asl segnalerà il fatto anche in Procura. Di fronte all’episodio, l’infermiera ha ribadito la sua fiducia nel vaccino e ha aggiunto:
“Ho fatto la terza dose appena possibile e tutti i giorni svolgo questo lavoro non solo perché mi dà da vivere, ma con dedizione e grande convinzione, nonostante tutto”.
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.