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La Forestale, protagonista della vicenda Daniza, verso la soppressione

La Forestale, protagonista della vicenda Daniza, verso la soppressione

La morte di Daniza, l'orsa uccisa da una dose eccessiva di narcotico, somministratole ai fini della cattura, sta creando grande scalpore. A Ferragosto l'animale aveva ferito nei pressi di Pinzolo (Trento) un cercatore di funghi, che si era avvicinato ai suoi cuccioli. Così la Provincia ne aveva ordinato la cattura, nonostante l'opposizione delle associazioni ambientaliste e della forestale, secondo cui l'animale aveva agito solo per difendere i suoi piccoli e senza arrecare gravi danni all'uomo. Un'azione di lobbying, che evidentemente è servita a poco.

Indaga la forestale
Subito dopo la morte, le associazioni ambientaliste hanno fatto sapere che stanno valutando azioni legali per accertare eventuali responsabilità in merito alla morte dell'animale. Anche il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, è intervenuto in merito chiedendo chiarimenti alla Provincia di Trento. Intanto il Corpo Forestale dello Stato ha aperto un’indagine sulla morte dell’orsa ipotizzando il reato di  maltrattamento e uccisione di animali. Per accertare le cause che hanno determinato il decesso dell’animale, il corpo di polizia sta acquisendo documentazione e informazioni presso l’amministrazione provinciale e le altre autorità statali e locali coinvolte. Una squadra specializzata in questo tipo di indagini è stata inoltre inviata dall’Ispettorato Generale su disposizione del capo della Forestale, per supportare l’attività investigativa  dei reparti territoriali. Sempre in queste ore i forestali stanno informando la magistratura competente dell’accaduto.

Quale futuro?
Sta di fatto che, nonostante tanto protagonismo, proprio la forestale potrebbe essere a breve soppressa.  "Cinque corpi di polizia sono troppi", ha sottolineato nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi. A prima vista la sua è apparsa come una reazioni stizzita alla minaccia di sciopero avanzata dalle forze dell'ordine in risposta al mancato aumento degli stipendi. In realtà si è poi capito che la posizione è conseguenza di un piano sul possibile accorpamento tra i corpi di polizia, ideato dal commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che nel suo piano  ha indicato in non meno di 3 miliardi di euro i risparmi conseguibili su questo fronte. Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Guardia di Finanza e Corpo forestale impiegano complessivamente circa 320mila persone, vale a dire il 10% di tutti i dipendenti pubblici. Non sono in vista riduzioni di personale, ma di certo non vi sarà il rafforzamento degli organici tanto atteso dalle stesse categorie. I riparmi dovrebbero arrivare in primo luogo attraverso la centralizzazione dei bandi di gara (in modo da togliere potere ai decisori a livello locale) e un maggiore coordinamento delle forze in campo, con gli addetti alla forza pubblica maggiormente impiegati in strada e il possibile arrivo di "civili" per le attività di segreteria.