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La mano tesa di Merkel a Putin spaventa l'est Europa

(Photo: Adam Berry via Getty Images)
(Photo: Adam Berry via Getty Images)

Starà pure per lasciare la Cancelleria, dopo 16 anni alla guida della prima economia continentale, ma Angela Merkel sta agendo ancora una volta come regista d’Europa. Stavolta alla testa di un’iniziativa mirata a ridisegnare i rapporti con la Russia.

I freni sono molti – c’è il sostegno di Emmanuel Macron ma anche la netta contrarietà dei Paesi baltici e della Polonia – ma i segnali di apertura non mancano, soprattutto dopo l’incontro della settimana scorsa tra Joe Biden e Vladimir Putin. La posta in gioco, per l’Unione Cristiano-Democratica di Germania che punta a vincere le elezioni di settembre con Armin Laschet, è duplice: da un lato, imporsi come regista di “un impegno selettivo” con Mosca su aree di interesse comune; dall’altro, proseguire con meno polemiche nel completamento del gasdotto Nord Stream 2 che attraversa il Mar Baltico.

Parlando al Bundestag prima di partire per il Consiglio europeo e dopo il suo ultimo ‘question time’ da cancelliera, Merkel ha detto che “l’Unione europea dovrebbe cercare un dialogo diretto e indipendente con la Russia”. Una dichiarazione fortissima, impensabile per le acrobazie diplomatiche dei leader delle istituzioni europee, Ursula von der Leyen e Charles Michel. I negoziati del presidente Usa con Putin “non sono sufficienti [...], l’Europa deve creare a sua volta formati di dialogo, non c’è altro modo per affrontare i conflitti”, ha detto, chiedendo un maggior coordinamento nelle reazioni. “Gli eventi degli ultimi mesi hanno mostrato cosa succede se reagiamo in modo non coordinato alle provocazioni della Russia”, ha aggiunto, citando anche la necessità di stabilire una “agenda di interessi comuni” su questioni come la pace in Siria e in Libia.

Merkel ha trovato in Marcon la sponda con cui far partire l’iniziativa che ha spiazzato i rappr...

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.