Yahoo Finanza La storia del neozelandese che non trova lavoro a causa di un tatuaggio imbarazzante
Mark Cropp ha 19 anni, ma ne ha già vissute di cotte e di crude. Un’esistenza pregna di eventi che però ora gli sta facendo pagare un prezzo molto alto. Infatti Mark non riesce a trovare lavoro per sostenere la sua famiglia a causa di un enorme tatuaggio facciale che provoca imbarazzo e malfidenza.
Il tatuaggio di Mark copre metà viso e reca la scritta “Devast8”, cioè “Devastare”. Evidentemente ai colloqui questo grosso ammasso di inchiostro è un ostacolo non da poco. Un bel guaio, ora che Mark ha deciso di mettere la testa a posto dopo anni persi dietro all’alcol e alle bravate.
Il quasi 20enne è cresciuto lontano dai genitori in una piccola città della Nuova Zelanda, circondato da alcolici, droghe e pessimi esempi. Nel 2015 aveva derubato – armato di coltello – un turista; la polizia lo beccò subito e lo spedì in cella, luogo nel quale ha avuto un brusco risveglio nella realtà. Nel frattempo la compagna Taneia ha partorito, perdendo immediatamente la custodia della figlia dopo l’intervento dei servizi sociali.
Mark e Taneia vivono ora in un camper, attendendo di poter riavere la custodia della figlia. “L’ho vista per la prima volta dopo molti mesi di vita, all’inizio era diffidente ma poi mi ha dato un bacio”.
Il problema è che il tatuaggio di Mark lo ha messo di fronte a un bivio. “Devast8 è il mio soprannome, non ha nulla a che vedere con la rapina o con affiliazioni criminali. Il tatuaggio doveva essere una cosa piccola, ma l’alcol in corpo era un po’ troppo e così la cosa è sfuggita di mano. Ora ai colloqui mi dicono che non mi assumerebbero mai con una faccia del genere, altri ridono e mi mandano a casa. Sarà anche comprensibile, ma ora sono stufo di essere giudicato solo sulla base del tatuaggio. Ho messo la mia foto su Facebook in un gruppo di annunci di lavoro, sottolineando che sono anch’io un normale essere umano“.
Mark, che ha affermato nel post su Facebook di avere esperienza nella tinteggiatura e nella decorazione, ha rifiutato in passato due proposte ricevute in prigione per la rimozione del tatuaggio, programma accessibile per i detenuti della Nuova Zelanda. “Non ho accettato perché il tatuaggio è parte di me. Però se dovesse essere l’unica condizione per poter lavorare, allora lo farò rimuovere“.
