Latte e metano dal produttore al consumatore
Produrre energia e carburante dalle deiezioni degli animali. Sembra troppo bello per essere vero, ma è quello che accade oggi un un’azienda agricola vicino Piacenza.
Qui vivono pacificamente circa 600 mucche, che producono ogni giorno il latte che viene loro richiesto, ignare del fatto che i loro escrementi vengono usati per aiutare gli automobilisti a spendere molto meno per un pieno.
Originariamente quest’azienda agricola a conduzione familiare era dedicata solo all’allevamento, all’agriturismo e alla vendita dei propri prodotti, ma poi si è deciso di fare un passo ulteriore.
Nicoletta Cella, Agriturismo Bosco Gerolo Val Trebbia
“Da qualche anno a questa parte l’azienda ha cercato di azionare un progetto che ci permettesse di produrre energie rinnovabili e di avere quella che è una reale economia circolare. Quindi, attraverso la deiezione degli animali e i loro reflui zootecnici, poter produrre, insieme ai sottoprodotti dell’agricoltura, delle energie.”
Chi l’avrebbe detto? Mucche che aiutano gli essere umani ad affrontare l’emergenza energetica e lo fanno nel modo più inaspettato. Già beviamo il loro latte e mangiamo la loro carne, ma adesso usiamo anche quello che si potrebbe definire scarti di digestione per alimentare a bassissimo costo le nostre macchine.
Nel retro dell’azienda, uno specifico macchinario estrae il biometano dagli escrementi animali e lo trasporta direttamente davanti, dove i clienti aspettano pazientemente il proprio turno alla pompa di rifornimento.
Dal produttore al consumatore, grazie a un piccolo tubo giallo – Gli automobilisti possono fare un pieno di gas al prezzo super-vantaggioso di 1.39 Euro al chilo, circa la metà o a volte anche un terzo dei prezzi attuali.
Nicoletta Cella, Agriturismo Bosco Gerolo Val Trebbia:
“L’idea, per noi azienda agricola, di poter immettere nel consumo dei trasporti un biocarburante realizzato con i nostri reflui zootecnici, quindi un biocarburante sostenibile, dà una soddisfazione enorme a livello personale.”
La stazione di servizio della fattoria ha aperto lo scorso Febbraio, circa 2 settimane prima dell’invasione russa dell’Ucraina e dell’aumento spropositato dei costi di energia e carburante. Ma qui hanno trovato un modo concreto per combattere la crisi, a chilometro zero.