Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.987,67
    -118,34 (-0,35%)
     
  • Dow Jones

    39.375,87
    +67,87 (+0,17%)
     
  • Nasdaq

    18.352,76
    +164,46 (+0,90%)
     
  • Nikkei 225

    40.912,37
    -1,28 (-0,00%)
     
  • Petrolio

    83,44
    -0,44 (-0,52%)
     
  • Bitcoin EUR

    52.240,34
    -1.651,92 (-3,07%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.173,18
    -35,52 (-2,94%)
     
  • Oro

    2.399,80
    +30,40 (+1,28%)
     
  • EUR/USD

    1,0844
    +0,0029 (+0,27%)
     
  • S&P 500

    5.567,19
    +30,17 (+0,54%)
     
  • HANG SENG

    17.799,61
    -228,67 (-1,27%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.979,39
    -8,09 (-0,16%)
     
  • EUR/GBP

    0,8457
    -0,0015 (-0,17%)
     
  • EUR/CHF

    0,9703
    -0,0023 (-0,23%)
     
  • EUR/CAD

    1,4779
    +0,0065 (+0,44%)
     

Lavoro, governo cerca mediazione su contratti, domani emendamento

ROMA (Reuters) - Mentre il premier Matteo Renzi minaccia la decretazione d'urgenza in materia di lavoro se il Parlamento non approverà celermente la delega che completa il Jobs act, slitta a domani in commissione Lavoro del Senato l'esame dell'articolo più spinoso, il quarto, che riguarda il riordino dei contratti e di conseguenza il destino dell'articolo 18. Il governo presenterà un emendamento che indichi nel nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti la strada maestra contro la precarietà. Tuttavia, nonostante le rimostranze dei partiti centristi che sono in maggioranza (Ncd, Sc, Ppi e Svp), il sottosegretario al Lavoro (Pd) Teresa Bellanova, che segue l'iter, ha detto più volte che in delega non ci saranno riferimenti allo Statuto dei lavoratori e all'articolo 18 che disciplina i licenziamenti senza giusta causa. Domattina presto è previsto un incontro in Senato tra governo e maggioranza per trovare una soluzione condivisa che consenta al testo di passare in commissione senza ulteriori slittamenti e portarlo in aula dal 23-24 settembre con via libera i primi di ottobre. RIFORMA FORNERO HA GIA' ABOLITO REINTEGRO AUTOMATICO Il Pd, partito del premier, potrebbe accettare una sospensione della tutela per i primi tre anni di contratto per poi reintrodurla in caso di stabilizzazione del rapporto di lavoro, a fronte di agevolazioni fiscali per l'azienda. I centristi vorrebbero invece un superamento tout court dell'articolo 18 che resterebbe solo per i licenziamenti discriminatori e sarebbe sostituito per i licenziamenti economici sempre da un indennizzo. Renzi non ha negato di voler superare in prospettiva lo Statuto dei lavoratori per introdurre il modello tedesco, ma ha derubricato l'articolo 18 a una questione che riguarda poche migliaia di lavoratori. In realtà la riforma Fornero del 2012 ha già spuntato l'arma del reintegro rendendolo obbligatorio solo nei casi di licenziamenti discriminatori; in caso di licenziamento economico è previsto un indennizzo salvo che sia dimostrata la "manifesta insussistenza del fatto", ovvero sia camuffato con ragioni economiche un licenziamento di altra natura. Anche Confindustria ha detto oggi che "l'articolo 18 non è un punto di partenza ma di arrivo. Con un mercato flessibile e che supporta il disoccupato si può immaginare un nuovo articolo 18 eliminando il reintegro in caso di licenziamenti economici". Stasera Renzi riunisce la direzione del Pd nel quale il premier potrebbe tornare sulla questione del lavoro. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia