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Lavoro, Poletti: nessuna guerra con Cgil, governo ascolta poi decide

Un laboratorio tessile. REUTERS/Antonio Bronic (Reuters)

RIMINI (Reuters) - Non c'è nessuna guerra fredda con la Cgil: il governo ascolta gli interlocutori poi ha la responsabilità di prendere decisioni anche se le parti sociali non sono d'accordo. Lo ha detto oggi a margine del Congresso nazionale della Cgil a Rimini, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, tornando sulle aspre critiche che Susanna Camusso ha rivolto all'esecutivo, accusato ieri dalla leader sindacale di ostentare un'autosufficienza che "torce" la democrazia. "Abbiamo davanti un periodo di ascolto durante il quale tutti quelli che vogliono depositare delle valutazioni lo faranno. Alla fine di questo periodo faremo una sintesi di ciò che è emerso e prenderemo le decisioni", ha detto Poletti riferendosi al decreto sul lavoro all'esame del Parlamento sul quale anche al Senato il governo ha messo la fiducia. Il provvedimento non piace ai sindacati secondo i quali aumenta la precarietà. Poletti si è detto fiducioso che il decreto sarà convertito nei tempi previsti, entro il 19 maggio, e ha motivato il ricorso alla fiducia con l'elevato numero di emendamenti. "Non credo ci siano guerre di nessuna natura, né fredde né calde: ci sono valutazioni e scelte che il governo fa, sulle quali è del tutto legittimo che si sia d'accordo o no", ha detto Poletti precisando che "in Italia c'è bisogno di decisione, l'Italia è il Paese dei sì però. Per quel che dipende dal governo la musica è già cambiata. Gli atti che stiamo facendo e il ritmo che abbiamo impresso al nostro agire è figlio della necessità di ricostruire la fiducia che invece il Paese piano negli anni aveva perduto". PENSIONI: POLETTI, PRIORITA' E' QUESTIONE ESODATI Ieri sera, commentando le parole della Camusso, anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto ai sindacati che la musica è cambiata e che il governo è pronto ad andare avanti con le riforme anche senza il loro placet. Parlando di pensioni, dopo che la Camusso ha chiesto di riaprire la vertenza per garantire una tutela pubblica a giovani e precari, Poletti ha detto che "noi abbiamo un primo problema all'ordine del giorno che è quello degli esodati. Abbiamo bisogno di capire bene e puntualmente lo stato dell'arte: su questo faremo alcune valutazioni. Il primo punto all'ordine del giorno è questo". Il ministro ha ammesso che resta ancora da capire quanti siano gli esodati: "Il problema non è il numero in astratto perché abbiamo tante e diverse fattispecie, tante situazioni sul piano previdenziale talmente diverse che alla fine producono una oggettiva difficoltà a identificare l'area e il perimetro dei soggetti a cui si può applicare una norma". Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia