Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.987,67
    -118,34 (-0,35%)
     
  • Dow Jones

    39.375,87
    +67,87 (+0,17%)
     
  • Nasdaq

    18.352,76
    +164,46 (+0,90%)
     
  • Nikkei 225

    40.912,37
    -1,28 (-0,00%)
     
  • Petrolio

    83,44
    -0,44 (-0,52%)
     
  • Bitcoin EUR

    52.437,29
    -66,56 (-0,13%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.173,27
    -35,43 (-2,93%)
     
  • Oro

    2.399,80
    +30,40 (+1,28%)
     
  • EUR/USD

    1,0844
    +0,0029 (+0,27%)
     
  • S&P 500

    5.567,19
    +30,17 (+0,54%)
     
  • HANG SENG

    17.799,61
    -228,67 (-1,27%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.979,39
    -8,09 (-0,16%)
     
  • EUR/GBP

    0,8457
    -0,0015 (-0,17%)
     
  • EUR/CHF

    0,9703
    -0,0023 (-0,23%)
     
  • EUR/CAD

    1,4779
    +0,0065 (+0,44%)
     

Lavoro, Renzi non rompe Pd su abolizione reintegro

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Quando Matteo Renzi ha citato alla direzione del Pd la frase di Rainer Maria Rilke - "il futuro entra in noi prima che accada" -, cara al leader della minoranza Gianni Cuperlo, ha solo messo il sigillo su un intervento di mediazione, che non rompe il partito sulla temuta abolizione totale dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. La nuova riforma introdurrà il contratto a tutele crescenti per i neoassunti, supererà l'articolo 18 conservando il reintegro per licenziamenti basati su questioni "disciminatorie e disciplinari" ed eliminandolo per le ragioni economiche. E' stato questo il passaggio chiave dell'intervento di questa sera di Renzi alla direzione del suo partito. Assieme a questo ci sono altre concessioni di immagine non certo secondarie: per esempio quando ha detto che vuole riaprire la Sala Verde di palazzo Chigi. Si tratta della sala al terzo piano famosa per gli incontri fra governo e parti sociali, fra governo e sindacati, la famosa concertazione. L'intervento di Renzi è iniziato con toni roboanti. Ma il cuore è stato morbido, un intervento che poco piacerà agli alleati centristi della maggioranza di governo ed a tutto il centrodestra. Ma piacerà poco anche a chi aveva colto l'occasione della riforma del lavoro per dare una spallata decisiva allo Statuto dei lavoratori e al "diritto di veto" dei sindacati nelle controversie sui licenziamenti. E' un discorso che piacerà poco a quei "poteri forti" dei quali si è tanto parlato in questi giorni come antagonisti di Renzi. Renzi li aveva citati all'esordio del suo discorso: "E' naturale che vi sia chi è spodestato dall'avere un ruolo nel dibattito politico italiano e cerca di recuperarlo, chiamateli poteri forti o poteri aristocratici". La riforma del lavoro avanzata oggi dà un altro colpo all'articolo 18: dopo la possibilità di licenziamento per ragioni economiche, introdotta dalla riforma Fornero due anni fa, ora si introdurrà il contratto a tutele crescenti per i neoassunti e si toglierà l'obbligo del reintegro per tutti tranne i casi di licenziamenti discriminatori e disciplinari. Non siamo però a quella spallata che molti commentatori avevano descritto in questi giorni e che aveva causato la sollevazione della sinistra sindacale e della sinistra interna del Pd. Si è parlato di una mediazione che si sarebbe svolta prima della direzione fra maggioranza e minoranza del Pd. Da questo punto di vista il passo in avanti in queste ore l'ha fatto Renzi. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia