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Legge di Bilancio, come funziona il condono sulle mini-cartelle

Matteo Salvini e Luigi Di Maio al Quirinale (REUTERS/Tony Gentile)
Matteo Salvini e Luigi Di Maio al Quirinale (REUTERS/Tony Gentile)

Lega e Movimento 5Stelle non sembrano aver trovato un accordo sulla pace fiscale. Nella bozza del decreto fiscale che sarà esaminato lunedì dal Consiglio dei ministri, si prevede infatti la possibilità di definire solo i vecchi ruoli “sotto i 1.000 euro”. Insomma ancora nessuna traccia della pace fiscale di cui Matteo Salvini parla ormai da settimane.

Il ravvedimento operoso “rafforzato”

Per adesso c’è il ravvedimento operoso “rafforzato” per chiudere i conti con il fisco. Il saldo e stralcio di mini debiti fiscali, nella bozza del decreto, per ora si affianca a una terza edizione della rottamazione delle cartelle Equitalia, quelle emesse a tutto il 2017, e altre misure annunciate come la definizione della controversie tributarie, delle liti pendenti e la nuova dichiarazione integrativa speciale.

Quali cartelle sono interessate

Il saldo e stralcio riguarderà le cartelle emesse dalla riscossione tra l’anno 2000 e il 2010, e solo quelle con un importo complessivo inferiore a mille euro. Si dovrebbe pagare uno sconto molto forte, ma per adesso ancora non è stato quantificato.

La pace fiscale si allontana

Luigi Di Maio e Matteo Salvini ancora non hanno trovato il punto d’incontro sulla pace fiscale, ossia sulla possibilità di saldare il debito con l’Erario, beneficiando di un forte sconto. L’idea iniziale della Lega era di introdurre la possibilità per i contribuenti con debiti fino a un milione di euro. Contrario il M5S, tanto da far scendere l’importo fino a 100mila euro. Fonti parlamentari del Movimento rivelano che nelle ultime ore i due partiti di governo pare stiano pensando ad uno strumento differente rispetto alla pace fiscale, ossia il ravvedimento operoso “rafforzato”.

Cos’è il ravvedimento operoso “rafforzato”

Uno strumento simile già esiste nell’ordinamento fiscale e permette di regolarizzare la propria posizione purché non si sia già stati colpiti da un atto di liquidazione. Le regole attuali prevedono la chiusura delle pendenze con il versamento del debito originale, sommato agli interessi legali e a una sanzione ridotta (il 15 per cento, quindi fino allo 0,1 per cento per ogni giorni di ritardo).

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