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Legge elettorale, Renzi vuole ok Camera, su donne decide l'aula

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Anis Mili (Reuters)

ROMA (Reuters) - Il premier Matteo Renzi punta ad ottenere dalla Camera il sì alla nuova legge elettorale prima del "mercoledì da leoni", quando ha promesso che svelerà un ampio pacchetto di misure per l'economia centrato sulla diminuzione delle tasse. Ma la sua principale sponda politica per la riforma del sistema elettorale - che varrà solo per Montecitorio e non per il Senato -, Forza Italia di Silvio Berlusconi, non aderisce alla proposta avanzata da un fronte trasversale di deputate di introdurre nella legge una sostanziale parità di chance di elezione ai candidati uomini e alle candidate donne. A fronte dell'impossibilità di trovare un'intesa, il governo si rimetterà al voto dell'aula, cioè alla scelta dei singoli deputati, come ha detto il portavoce della segreteria del Pd Lorenzo Guerini. Il premier ha detto ieri in televisione che vuole portare a casa il primo, sia pur parziale, risultato tangibile della sua iniziativa politica: il voto di una Camera su una riforma rimasta bloccata per anni dai veti incrociati. E, pur approvando la norma sulla parità di genere, ha detto che non intende immolare su questa bandiera l'intero disegno di legge. "Siamo ad un passo, questa è la volta buona. Si faccia una legge elettorale che porti al ballottaggio impedendo di fare larghe intese e di fare giochini da Prima Repubblica... Si risolve al massimo martedì mattina", ha detto ieri sera alla trasmissione di RaiTre Che tempo che fa. Fonti di Palazzo Chigi hanno detto nel pomeriggio che i tre principali partiti che sostengono la legge, Pd, Fi e Nuovo centrodestra, non daranno indicazioni di voto sulla parità di genere, rimettendosi alla "libertà di coscienza" dei deputati. Le 90 parlamentari che hanno firmato gli emendamenti sull'argomento appuntano le speranze in particolare su di uno, quello che obbliga i partiti a riservare alle donne almeno il 40% dei posti di capolista nel complesso dei collegi. Ma, anche in questo caso, rimane l'insidia del voto segreto in un'aula dove su 630 deputati le donne sono solo 197. Restano da limare, comunque, altre norme: il cosiddetto "salva-Lega", la possibilità cioè per i partiti a radicamento regionale di eleggere deputati anche se non superano lo sbarramento a livello nazionale, e la questione delle candidature multiple (lo stesso candidato che compare in lista in più di una circoscrizione). Renzi chiede un risultato tangibile, sulla scia del quale presentarsi dopodomani ai media dopo il consiglio dei ministri per annunciare il varo di provvedimenti che racchiudono una buona parte del suo programma di governo. "Lo aspettiamo al mercoledì da leoni, quando i nodi arriveranno al pettine", ha detto oggi in un'intervista Giovanni Toti, il consigliere politico di Berlusconi. Il nuovo sistema elettorale per la Camera, che prevede una soglia di sbarramento per i partiti coalizzati al 4,5% e un premio di maggioranza da attribuire alla coalizione vincente, eventualmente al secondo turno, dovrà poi essere approvata dal Senato, dove i piccoli partiti della maggioranza hanno già avvertito che torneranno alla carica con proposte di modifica. Per il Senato rimarrebbe al momento il sistema di elezione proporzionale deciso dalla Corte costituzionale, ma il governo, forse già mercoledì, dovrebbe proporre una legge costituzionale per la sua abolizione. (Roberto Landucci) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia