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Legge elettorale, Senato approva cardini riforma, tiene patto Renzi-Berlusconi

Matteo Renzi al voto lo scorso anno per le elezioni europee. REUTERS/Alessandro Garofalo (Reuters)

di Roberto Landucci ROMA (Reuters) - Il Senato ha approvato oggi con una maggioranza che comprende gran parte di Forza Italia i capisaldi della riforma elettorale, condensati in un emendamento del Partito democratico che recepisce l'accordo tra il premier Matteo Renzi e il leader del centrodestra Silvio Berlusconi. I sì sono stati 175, i no 110, 2 gli astenuti. Hanno votato contro 27 dissidenti del Pd e 17 tra Forza Italia e Gal (altro gruppo di centrodestra), contrari al "Patto del Nazareno", i senatori di M5s, Sel e Lega Nord. L'emendamento del democratico Stefano Esposito, appoggiato dal governo, prevede che le liste di candidati alla Camera dei deputati siano presentate in 100 collegi, ogni lista potendo contare su un rappresentante deciso dai partiti e due voti di preferenza con alternanza di genere. La soglia di sbarramento per prendere deputati è fissata al 3% dei voti. E' previsto un premio di maggioranza alla lista che al primo turno prenda almeno il 40% dei voti o vinca al ballottaggio. Il vincitore avrà 340 seggi su 630. In precedenza l'aula di Palazzo Madama aveva bocciato con oltre 50 voti di scarto, decisivi i "no" di Forza Italia, la proposta dei dissidenti Pd di dare più spazio al voto di preferenza rispetto a quanto stabilito dal disegno di legge. Matteo Renzi, dal Forum di Davos dove è intervenuto questa mattina, ha commentato il voto del Senato con i cronisti: "L'accordo istituzionale e costituzionale è sempre stato aperto a Forza Italia, non vedo alcun tipo di elemento di novità, [...] significa che tutte le forze politiche che hanno voluto mantenere questo accordo lo hanno fatto". "Oggi il centrodestra si è suicidato", ha detto la senatrice dissenziente di Fi, Cinzia Bonfrisco, secondo cui la riforma, stando i rapporti di forza attuali con Pd primo partito e M5s secondo, condannerebbe il centrodestra all'emarginazione. Berlusconi ha detto su Facebook, invece, che punta sull'impianto bipolare del nuovo sistema elettorale per ricostruire attorno a sé un centrodestra competitivo. Resta da vedere se la maggioranza Pd-Fi per le riforme porterà Renzi a condividere con Berlusconi il candidato alla presidenza della Repubblica, che sarà eletto a Montecitorio da giovedì prossimo. L'emendamento ha fatto decadere circa 35 mila proposte di modifica dell'opposizione, spianando la strada all'approvazione finale del ddl all'inizio della prossima settimana, proprio come nei piani di Renzi. Il disegno di legge passerà poi per l'ultima lettura alla Camera, dove è ora in discussione la seconda gamba delle riforme, l'abolizione del bicameralismo paritario con il ridimensionamento del Senato a camera delle autonomie non elettiva. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia