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Macro controversi. Ftse Mib recupera ma resta negativo: -0,1%

Una giornata ancora nervosa quella di oggi sulle borse europee. Piazza Affari resta ancora negativa per tutta la mattinata anche se il margine del pessimismo tende a diminuire all’avvicinarsi del giro di boa: poco dopo le 12 il Ftse Mib segnava -0,5% (diventato -0,1% poco dopo le 13.30) su uno sfondo europeo anch’esso negativo con Londra a -0,57%, il Dax di Francoforte a -0,3% e il Cac40 di Parigi a -0,52%.

I dati macro sul Pil

A poco servono i dati macro positivi che arrivano sia per l’Europa in generale che per l’Italia in particolare. In quest’ultimo caso si parla dei dati resi noti dall’Istat sul Prodotto interno lordo che nel primo trimestre 2016, al netto della stagionalità e delle differenze di calendario, hanno registrato un aumento dello 0,3% sul trimestre precedente e dell'1,0% sullo stesso periodo del 2015. A dare una mano è principalmente la domanda interna mentre è tendenzialmente languente quella estera. Inoltre risultano in positivo i settori dell'industria e dei servizi mentre quello dell’agricoltura deve segnare un calo.

Allargando invece la visuale alla situazione europea si può guardare con occhio favorevole alla Germania dove si registra un rafforzamento della crescita. Il Pil di Berlino, infatti, può vantare un raddoppio sulle cifre: nel primo trimestre si assesta a +0,7% su base trimestrale,che diventa 1,6% sulla prospettiva annua, un risultato anche qui aiutato dalla domanda interna (consumi delle famiglie), dagli investimenti pubblici e dalle costruzioni, il cui incremento, a sua volta, è stato favorito da un clima particolarmente mite.

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E quelli sulla delfazione

Ma a smorzare i facili entusiasmi sul fronte italiano ci pensa subito la deflazione, nemico mortale, e finora invitto, della Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) . Stando ai dati resi noti, il prezzo dei beni alimentari aumenta dello 0,1% rispetto a marzo ma cala dello 0,2% su base annua. Impossibile perciò non pensare che la cura Draghi stia accusando i primi sintomi di fiacca, se non addirittura un vero e proprio fallimento su tutta la linea. Un sospetto che si concretizza ancora di più pensando al fatto che l’Istat ha rivisto al rialzo le proiezioni sulla deflazione per aprile allo 0,5% contro il precedente 0,4% mentre a marzo era arrivata a 0,2%.

Non aiutano nemmeno i segnali, anch’essi contrastanti, che arrivano dalle banche centrali, ormai vero e solo market mover rimasto sulla scena. Se da un lato la Banca d’Inghilterra parla di recessione in seguito al concretizzarsi di uno scenario da “Brexit” , scenario fosco che vedrebbe un assaggio in quel -9% segnato dalla sterlina da quando, ad agosto, si è iniziato a parlare dell’eventuale uscita di scena della Gran Bretagna, dall’altro lato nemmeno i rappresentanti della Federal Reserve fanno qualcosa per stabilizzare la situazione. In questo caso al centro della scena p il dollaro e il rialzo dei tassi: giugno sta tornando alla ribalta come possibile data per una prossima stretta sui tassi? Per adesso il periodo più gettonato resta ancora dicembre quando, tra l’altro, si saprà anche il nome del nuovo presidente degli Stati Uniti. Guardando poi all’Europa e alla sua Bce, come accennato, prende corpo il rimpallo di responsabilità per il mancato rialzo dei dati sull’inflazione: gli scettici parlano di incapacità della strategia di Draghi il quale, a sua volta, accusa la mancanza di misure da parte della politica dei singoli stati ancora lontani dal riformare i l sistema.

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