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Malta, il nuovo paradiso fiscale che piace ai russi

Mappa di Malta

Il nuovo paradiso fiscale? E' la terra di Corto Maltese. E' Malta infatti il nuovo Stato in cui si dirigono i principali investitori stranieri con i loro capitali.


Una vicenda che Il Fatto Quotidiano segue da un bel po', esattamente dal crack di Cipro, altro paradiso fiscale: quando nel 2013 il Governo di Nicosia annunciò la bancarotta, i principali capitali esteri si diressero verso nuove mete, come Lussemburgo e Malta, appunto, che da semplice destinazione turistica è diventata in pochi anni il fulcro degli investitori, russi in primis.


Un'economia, quella di Malta, che si basa, a detta degli intervistati "sul turismo e sul gioco d’azzardo on line”. E dal 2004, anno dell'entrata di Malta nell'Unione europea, anche sulla finanza "sommersa", grazie "alle imposte - scrive il Fatto Quotidiano -  tra le più esigue dell’Ue al pari soltanto del Lussemburgo: le aliquote sulle società sono al 35%, e si riducono appena al 5% per i non residenti, mentre non esistono tasse di successione o patrimoniale". Ed è proprio questa aliquota al 5% che attira le masse e sposta capitali esteri.
Per attirare gli "stranieri" il governo utilizza più strumenti, non solo finanziari ma anche civili: a Malta sono possibili le unioni tra persone dello stesso sesso e l'adozione e affidamento di bambini a coppie gay. Leggi che in molti vedono come una sorta di specchietto per le allodole, visto che allo stesso tempo la cattolicissima Malta vieta ogni forma d'aborto.


In dieci anni, il sistema bancario di Malta si  è gonfiato a dismisura e oggi vale 8 volte il PIL, che lo scorso anno non raggiungeva gli 8 miliardi di dollari. Un'isola felice, dove se sei residente e hai intenzione di aprire una qualsiasi attività paghi solo il 18% di tasse. Le attività che vanno di moda sono, ovviamente, hotel, resort e casinò: qui hanno la loro sede legale molte società di gioco d’azzardo on line.
L'enorme ricchezza in arrivo desta però non poche preoccupazioni, una tra tutte quella che diventa terra di riciclaggio di denaro sporco e di capitali dalla dubbia provenienza. O meglio, la provenienza tanto dubbia non è, visto che è la Russia il primo stato che esporta capitali qui. E non solo capitali: lo scorso febbraio il governo maltese ha messo in vendita 1.800 passaporti al prezzo di 650mila euro.  In cambio della cittadinanza, un investimento di 500 mila euro in bond maltesi e immobili sull'isola. Uno scambio che ha allarmato la UE, senza però concretamente intervenire.