Manovra alla Camera: l’incontro è definito disastroso dall’opposizione, ma emergono alcune novità. Oggi un’altra seduta.
Il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, è intervenuto sulla Manovra in commissione Bilancio della Camera. Al termine del suo intervento, i gruppi di opposizione hanno abbandonato l’aula, definendo l’incontro come un mezzo fallimento, un disastro, una pantomima.
Effettivamente, le opposizioni cercavano un dibattito sulla manovra, ma hanno dovuto ascoltare quella che, a detta di Tria stesso, sarebbe stata una semplice informativa, più che un’audizione.
Il Ministro dell’Economia ha confermato l’esistenza di un’interlocuzione con la Commissione UE, un dialogo costruttivo volto a evitare la preoccupante procedura di infrazione per l’Italia.
Sarebbero inoltre in atto degli studi e delle simulazioni per trovare nuove opzioni e soluzioni per i margini richiesti. Per quanto concerne invece quota 100 e reddito di cittadinanza, i disegni non sono ancora definiti e, sostiene Tria, il problema principale resta quello di scoprire se sono disponibili degli spazi politici e finanziari per un negoziato concreto con interlocuzioni tra Inps e Mef.
E’ certo però che il tempo a disposizione del Governo è ormai ridotto: la legge di bilancio è ancora al primo passaggio parlamentare e la mediazione con l’Europa sembra aver raggiunto una fase di drammatica stasi.
Il primo gennaio 2019 scatteranno tutte le clausole di salvaguardia con aumenti IVA e al Governo restano appena venti giorni di tempo per trovare una soluzione condivisibile. Secondo la stampa internazionale, quindi, le probabilità che reddito di cittadinanza e pensioni arrivino al Senato entro l’anno sono ormai assai remote. Ma, in tal senso, resta fissato il termine di Maggio 2019.
Per riuscire a strappare un accordo con l’Unione Europea andrebbero trovati in fretta 7 miliardi di euro. Il deficit, fissato al 2,4%, dovrà scendere quindi al 2% secondo le richieste di Bruxelles.
Sul fronte reddito di cittadinanza, il Governo ritiene di poter risparmiare oltre 2 miliardi di euro posticipando la partenza al primo giorno di Aprile del 2019, mentre non è stato ancora presentato un emendamento su quota 100.
La manovra ha poi contemplato una flat tax per le partite Iva, mentre, in termini di pace fiscale, l’argomento delle mini-cartelle per debiti fino a mille euro è stato solamente accennato.
Anche il taglio del cuneo fiscale è stato rimodulato, con uno sconto Ires di appena 9 punti per le assunzioni stabili.
Tra le altre novità di ieri sera, l’incremento del buono per l’iscrizione agli asili nido da 1000 a 1500 euro all’anno e l’aumento del limite di età per l’utilizzo della Family Card da parte dei figli a carico, salita a 26 anni.
Nuove assunzioni, inoltre, nella Pubblica Amministrazione, nelle autorità pubbliche.
Per le imprese, è stato approvato un mini-pacchetto fiscale con un raddoppio della deducibilità dell’Imu su capannoni industriali dal 20 al 40%.
Si è poi decisa una proroga di un anno per la card cultura con un limite massimo di spesa complessiva di 230 milioni e le accise sulla birra sono state ridotte a 2,99 euro per elettrolito e grado Plato. Aliquota agevolata, inoltre, per birrifici artigianali di piccole dimensioni.
Il governo si è riservato la possibilità di porre la fiducia sul testo, che verrà esaminato già stasera.
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