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Mediobanca, da Del Vecchio sfida su strategia con un occhio a Generali

di Claudia Cristoferi e Gianluca Semeraro

MILANO (Reuters) - Leonardo Del Vecchio lancia la sfida al management di Mediobanca sulla strategia e chiede che la banca si focalizzi sull'investment banking, a quasi un mese di distanza dal blitz che lo ha portato al 7% del capitale e che ha lasciato di stucco tutto il mondo corporate italiano.

Secondo Del Vecchio, il nuovo piano che Piazzetta Cuccia presenterà in novembre dovrebbe puntare a renderla meno dipendente da Compass, la divisione di credito al consumo, e dalla partecipazione in Generali, il suo asset più prezioso.

"Mi aspetto un piano industriale [...] che progetti un futuro da banca di investimenti, una banca capace di giocare un ruolo da leader in Italia e in Europa e che possa così dare soddisfazione a tutti gli azionisti, Delfin inclusa", ha detto stamani il presidente di EssilorLuxottica a Radiocor, come conferma un portavoce di Delfin.

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Tre fonti vicine alla situazione spiegano che dalla sua posizione di terzo azionista di Mediobanca, Del Vecchio punta soprattutto ad avere più peso sul futuro di Generali, per la quale vedrebbe con favore anche operazioni cross-border.

Mediobanca esercita un'influenza importante su Generali con il 13% del capitale. Del Vecchio a sua volta ha il 4,9% della compagnia assicurativa, spesso indicata dal mercato come possibile preda dei più grandi concorrenti esteri.

Secondo una delle fonti non è escluso che il fondatore di Luxottica possa salire ancora nel capitale di Piazzetta Cuccia, ma al momento, aggiunge, la sua quota è ferma al 6,94% annunciato lo scorso 17 settembre.

Mediobanca, guidata da Alberto Nagel dal 2008, ha sovraperformato un settore finanziario italiano poco brillante e nell'ultimo esercizio, chiuso a giugno, ha registrato i ricavi più elevati della sua storia. Le divisioni di wealth management e consumer contribuiscono per il 60% dei ricavi a fine giugno, contro il 25% dell'investment banking.

Tuttavia una persona vicina al pensiero di Del Vecchio ha riferito che il fondatore di Luxottica ritiene che la banca possa essere gestita meglio e fa notare che Generali contribuisce per circa il 30% dell'utile operativo.

Del Vecchio punta a cambiare la governance di Piazzetta Cuccia per poter dire la sua nella scelta dell'amministratore delegato quando l'anno prossimo scadrà il mandato dell'attuale board, aggiunge.

Lo statuto di Mediobanca prevede che il Ceo sia scelto tra dirigenti che lavorano nella banca da almeno tre anni, cosa che di fatto esclude candidati esterni.

Per cambiarlo Del Vecchio ha bisogno del voto favorevole dei due terzi dei presenti in un'assemblea straordinaria. Finora i grandi soci di Mediobanca, come UniCredit e Vincent Bolloré, sono rimasti neutrali e molti analisti sostengono la gestione di Nagel.

"Il Ceo di Mediobanca ha guidato la trasformazione della società negli ultimi anni con una redditività migliore della media del sistema, una crescita dei ricavi più alta, un profilo di rischio più basso dei concorrenti e un capitale solido", scrivono in un report gli analisti di Citi.

"Mai cambiare un cavallo vincente", aggiungono.

Del Vecchio attribuisce invece a Nagel e al Ceo di Generali Philippe Donnet quella che a suo avviso è una performance modesta della compagnia assicurativa se confrontata con competitor come Allianz o Axa, dicono le fonti.

Un'aggregazione internazionale sarebbe a suo avviso una risposta alla scarsa capitalizzazione della compagnia rispetto alle concorrenti estere, anche se Del Vecchio vuole essere certo che l'identità italiana di Generali sia preservata.

Secondo quanto riferito da una delle fonti, Del Vecchio ha informato Nagel del suo investimento da 580 milioni di euro soltanto poche ore prima dell'annuncio pubblico.

"Del Vecchio è imprevedibile, nessuno sa cosa abbia in mente", ha detto un banchiere che ha lavorato con lui. "E' come camminare al buio", dice un'altra persona vicina alla situazione.

Del Vecchio e Nagel hanno collaborato diverse volte. Mediobanca è stato l'adviser di Luxottica nella fusione con Essilor che ha portato l'anno scorso alla nascita della più grande società di occhialeria al mondo.

Tuttavia la relazione tra i due si è deteriorata nei mesi scorsi, secondo le fonti, quando Mediobanca, insieme ad altri investitori, ha bloccato un piano di investimento di Del Vecchio nello Ieo, l'istituto oncologico europeo in cui sia Piazzetta Cuccia sia l'imprenditore sono soci.

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