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Mercati nervosi in attesa del FOMC

Le acque continuano ad essere agitate sui mercati, nel run up verso il FOMC, a causa del tambureggiare delle headlines sul fronte Sino (Dusseldorf: 1205802.DU - notizie) -US trade, dell'allargarsi del caso Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) , a cui oggi si è aggiunto il profit warning di Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie) .

Wall Street ha prodotto il minimo sindacale in termini di rimbalzo, supportata dall' Energy (grazie al rimbalzo dell'oil) e da altri settori ciclici, mentre i bonds proxi (telecom e utilities), hanno ceduto.

La notizia che la US Federal Trade Commission avrebbe messo sotto inchiesta Facebook ha pesato ulteriormente sul nome, con contagio al settore social network (Twitter (Swiss: TWTR-USD.SW - notizie) -10%). L'impatto di questo scandalo sulla redditività e influenza del settore è difficile da valutare. Di (KSE: 003160.KS - notizie) certo non è trascurabile nel breve, ma si fatica a credere che la diffusione e le revenues subiscano danni permanenti a causa di un fattore, l'utilizzo illecito delle informazioni raccolte, di cui pochi possono dichiararsi veramente sorpresi. Tutto sta a vedere quanto può essere circoscritto lo scandalo. A mio parere il worst case scenario dovrebbe comunque rivelarsi di entità significativamente inferiore al Dieselgate, ma è sicuramente presto per pronunciarsi in maniera più precisa.

Il tono incerto è comunque proseguito in Asia stanotte, con i principali indici a mostrare cali, ad eccezione di Sydney e Mumbai.

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L'azionario cinese ha corretto un sentiment inizialmente positivo, trainata al ribasso dal settore assicurativo e finanziario. Apparentemente, il catalyst è stato la pubblicazione di uno studio di Moody's secondo cui la profittabilità del settore assicurativo si dimezzerà per effetto della regulation. Naturalmente, l'attesa per le decisioni di Trump sui dazi continua a esercitare pressioni sugli asset cinesi.

Tokyo, che aveva continuato a pagare ieri la crisi politica legata agli scadali, oggi era chiusa per festività.

Col FOMC stasera, l'azionario europeo ha aperto con un tono nervoso, infastidito anche dal recupero dell'€ (legato al medesimo nervosismo). Abbiamo poi l'incombere dei PMI flash di marzo in pubblicazione domani, con gli investitori che si chiedono se proseguirà il ridimensionamento osservato a Febbraio. In questo senso, il calo della componente attese dello ZEW tedesco uscito ieri ha fatto alzare più di un sopracciglio. Ma lo Zew è una survey di analisti e come tale risente del sentiment sui mercati assai più più di quelle basate su interviste alle aziende.

Nell'attesa, dati sul mercato del lavoro UK migliori delle attese (in particolare disoccupazione e inflazione salariale) a febbraio hanno ottenuto il consueto effetto, sterlina su, e azionario UK giù.

Piccolo scossone in tarda mattinata europea, quando il Wall Street Journal ha riportato indiscrezioni secondo cui i cinesi starebbero predisponendo una rappresaglia contro i Dazi di Trump. Le misure sarebbero disegnate per colpire i settori e gli stati US che hanno maggiormente supportato il Presidente, per infliggergli, quindi, il maggior danno politico possibile.

In realtà il tono del pezzo non è affatto aggressivo come il titolo. Si parla del fatto che la reazione sarà "misurata e proporzionale" e che Pechino sta valutando anche concessioni tra cui l'apertura dei mercati agli investimenti US.

In generale il pezzo suona più come un avvertimento agli USA. Il messaggio sarebbe che in una trade war ci perdono tutti e che il protezionismo potrebbe non portare sull'elettorato di Trump e su Corporate America gli effetti sperati.

Ma l'effetto più negativo sul sentiment l'ha avuto il profit warning di Deutsche bank, comparso intorno alle 13. Il CFO ha dichiarato che i ricavi dell' Investment Banking Dept subiranno, nel primo trimestre, una decurtazione di 300 milioni di € " a causa dell'apprezzamento del cambio" più altri 150 mln per un aumento del costo di finanziamento l'anno scorso.

Comprensibile l'impatto delle notizie sull'intero settore bancario europeo visto, la caratterizzazione generica del principale motivo citato: il cambio riguarda tutti gli istituti europei, seppure in misura legata alla propria vocazione internazionale. Anzi, il research dept di Deutsche Bank era da trimestri tra i più positivi sulle prospettive della divisa unica. Una raccomandazione che, se osservata a livello di gestione aziendale, avrebbe dovuto contenerne gli impatti sul bilancio. Oltretutto, se ne desume che ulteriori rivalutazioni potrebbero ipotecare la redditività dei prossimi quarti.

Così il settore bancario ha preso progressivamente la via del ribasso, zavorrando gli indici generali.

Sembravamo diretti verso una seduta da dimenticare per l'Eurozone, quando una Wall Street in vena discreta, grazie ad un rimbalzo dei social e alla forza dell'energy, ha permesso agli indici europei di limitare i danni. Naturalmente il settore bancario è rimasto attardato. I dati UK e la correlazione con i treasury, in tensione per il FOMC, hanno prodotto una moderata salita dei rendimenti Eurozone Core, mentre le voci di accordo tra Centrodestra e 5 Stelle hanno accentuato le pressioni sul BTP e gli altri periferici, che hanno visto moderati allargamenti degli spreads.

A mezz'ora dal FOMC, e con un rialzo di 25 bps dato per scontato, il mercato attende spasmodicamente di sapere in che misura si modificherà lo scenario FED. Il consenso sembra propendere per un aumento a 4 rialzi nel 2018 della mediana della Dot Plot, dai 3 indicati a Dicembre.

Ricordo che, nel terzo trimestre del 2017, con il mercato totalmente scettico circa l'abilità della FED di tenere fede al proprio scenario, uno dei motivi portati per dubitare era che difficilmente un Presidente neoeletto avrebbe osato muovere i tassi al primo meeting. Adesso (IOB: 0N5I.IL - notizie) , la vdominante sostiene che potrebbe, oltre muoverli, sancire l'upgrade di uno scenario che già ne prevede 3 (quanti l'anno scorso). Personalmente ritengo che Powell si rivelerà un po' più prudente, pur riconoscendo i miglioramenti del quadro macro e inflattivo. E ritengo che la reazione potrebbe essere comunque meno violenta di quel che si attendono i mercati.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online