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Mercati positivi grazie a Wall Street. Quanto durerà il rally?

Gli Usa tornano ad essere il traino dei mercati internazionali. La prova è sotto gli occhi degli operatori proprio in questi minuti con un Ftse Mib che alle 13.30 segnava un saldo pari a 0,45% (pari a 19.632 punti). Il resto delle borse europee registrano un Dax a 0,49%, il Ftse 100 a 0,16% e il Cac40 poco sopra la parità a 0,13%.

I protagonisti a Piazza Affari

Sul fronte del Ftse Mib i protagonisti sono ancora quelli della galassia Intesa-Generali (EUREX: 566030.EX - notizie) con Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) a +2,55%, Intesa a 0,26%, Generali a +1,73%e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) a +1% anche se la protagonista di oggi è Fca con un +3,33% incrementato verticalmente con la pubblicazione dei conti che hanno registrato un 2016 oltre le stime; numeri alal mano Fca chiude l'esercizio con un utile netto rettificato a +47% (2,516 miliardi di euro) contro stime Bloomberg a 2,278 miliardi, il tutto nonostante il quarto trimestre dell'anno abbia segnato un crollo del 48% a 539 milioni.

La spinta che arriva da Wall Street

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Come accennato, la spinta generale arriva dai record storici segnati da tutti gli indici statunitensi i quali, sulla spinta dell’ottimismo delle politiche fiscali ed economiche del nuovo presidente Donald Trump, e con l’aiuto della stagione delle trimestrali, non hanno esitato a correre con un finale che ha permesso al Dow Jones di superare la fatidica soglia dei 20mila punti, arrivando a chiudere a 20,680 punti, il tutto mentre l’S&P500 vedeva i 2.280 punti e arrivava a e il Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) chiudeva a 5.151 punti. Una serie di traguardi che, velocemente, forse troppo, stanno dividendo gli esperti sulla sostenibilità futura del rally. Secondo l’opinione di Jeremy Siegel, professore di finanza University of Pennsylvania's Wharton School of Business, l’ottimismo è ampiamente giustificato: i mercati non solo non hanno ancora inglobato le prospettive che si stanno spalancando davanti all’economia di Washington, ma non si sono accorte della velocità con la quale la nuova amministrazione sta dando vita ad un nuovo corso.

A fargli eco è anche Kevin O'Leary, chairman of O'Shares Investments, il quale, pur sottolineando la forza e la velocità del cambiamento, fa notare che gran parte del rally è stato guidato da titoli finanziari e da quelli legati al settore energetico, ovvero i più direttamente coinvolti dalle future politiche fiscali. Appunto, future. Cosa significa questo? Semplicemente che per ora la base di tutto sono le aspettative e l’entusiasmo nato attorno ad esse; la strada affinchè dalla teoria si passi alla pratica e perciò alla realizzazione/approvazione delle leggi da parte del Congresso, è ancora lunga e le aspettative altissime potrebbero essere deluse anche solo da un inatteso prolungarsi dell’iter legislativo. Non solo, ma lo stesso O’Leary avvisa che i prezzi sono aumentati più velocemente di quanto i recenti dati sulle trimestrali farebbero pensare. Per quanto questo non testimoni l’arrivo di una correzione, evidenzia sicuramente una potenziale fragilità di fondo.

La view degli esperti

Intanto proprio dagli Usa arriva un’altra notizia, quella dell’acquisizione della svizzera Actelion (Londra: 0QMN.L - notizie) , la più grande azienda di biofarmaceutica in Europa, da parte di Johnson&Johnson, multinazionale statunitense,specializzata nei prodotti per la cura del corpo e nei farmaci da banco. Costo dell’operazione 30 miliardi di dollari.

Già nei giorni scorsi molti grandi nomi della finanza avevano espresso il loro appoggio alle nuove politiche in arrivo, restando però cautamente ottimisti sui giudizi. Un esempio è quello di di James Gorman, presidente e Ceo di Morgan Stanley (Xetra: 885836 - notizie) il quale avvisa: una crescita del 4% come quella annunciata da Trump sarà improbabile. Un livello troppo alto da raggiungere, almeno partendo dalle basi attuali ma che, però, non lascia chiusa la porta ad un altro risultato altrettanto eclatante, quello di un 3% che nasce non solo dalle strategie della nuova amministrazione (meritevole solo in parte) ma da una serie di concause. Infatti se è vero che il mondo tende ad un progressivo miglioramento della situazione generale, è anche vero che restano sullo sfondo una serie di incognite che rendono questo miglioramento non lineare; agli usa in fase di crescita, fa da contraltare una Cina in fase di transizione e data la mole e le conseguenze di una manovra complessa per un cambio epocale dell’economia del Celeste Impero, prima di esprimere un giudizio è meglio essere cauti.

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