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Ancora neutrali su Eurostoxx50

I primi effetti della Brexit, connessi alla fibrillazione dei mercati finanziari, hanno prodotto una serie di bruschi movimenti e messo in luce il diverso sentiment degli investitori verso alcuni dei paesi della Ue, quali Italia e Spagna. Entrambi sono caratterizzati da una percezione di difficoltà nella governabilità e, nel caso dell’Italia si è puntato il dito contro il sistema bancario, additato come mina vagante alla vigilia degli stress test bancari attesi per fine luglio.

Difficile capire anche quanta sia la componente speculativa e quale sia la reale percezione degli investitori internazionali sull’Eurozona considerando che nella quasi totalità dei report macro diffusi si evidenzia come le principali difficoltà saranno nel medio termine per gli UK. Una considerazione che diverge dall’andamento del Ftse 100, uno dei pochi indici europei ad aver realizzato un break-out rialzista nel mese di luglio, pur a fronte di una forte svalutazione monetaria.

Il tema delle politiche monetarie è tornato chiaramente al centro dell’attenzione come clausola di salvaguardia per gli investitori e le aspettative di interventi della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) hanno contribuito a calmierare il rapporto rispetto alla valuta americana.

Il cross Eur/Usd ha rotto il canale crescente costruito nei primi 5 mesi dell’anno, negando così la tendenza positiva di breve termine e virando verso uno scenario di neutralità sia nel breve che nel medio periodo. Un atteggiamento valutario caratterizzato da una progressiva riduzione del rischio cambio nei confronti della valuta di Eurolandia nel portafoglio degli investitori internazionali.

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Eur/Usd

Fonte: FIDA

Scenario di neutralità anche per l’Eurostoxx 50 nel breve termine. Le fibrillazioni post-Brexit hanno determinato un rapido ritorno verso i minimi di periodo in area 2.670 punti, low degli ultimi 3 anni e minimo registrato nel febbraio 2016, senza avere però la forza dirompente per scendere al di sotto di tale livello.

Una tenuta formale, perché non ha modificato la tendenza di breve e medio termine che si conferma neutrale, ed anche sostanziale perché non sono scattati livelli di allarme operativi tali da determinare un ulteriore rapido aggiornamento delle posizioni in portafoglio.

Grafico Eurostoxx 50

Fonte: FIDA

Operativamente l’approccio può essere duplice, coloro che hanno adottato ingressi contrarian ponderando scarse conseguenze macroeconomiche nel medio termine e valutando positivamente la divergenza presente tra il Macd e le quotazioni dell’indice, potrebbero posizionare un valido livello di prezzo target al raggiungimento dell’area dei 3.300 punti con stop loss al di sotto del minimo a 2.670.

Gli investitori che preferiscono seguire un modello trend following approcceranno in maniera prudenziale attendendo il superamento dei 3.000 punti, transito di importanti resistenze dinamiche ed il break-out dei 3.150 punti. In questo secondo approccio l’obiettivo è quello di cogliere un movimento di più ampio respiro, con proiezione ai massimi di periodo in area 3.700-3.800 punti.

Su Borsa Italiana sono presenti tre ETF direttamente riconducibili all’indice Eurostoxx 50 che permettono di adottare diverse strategie operative:

  • Ishares Eurostoxx 50 Ex-Financ Ucits Etf - IE00BD5J2G21

  • Lyxor Ucits Etf Eurostoxx 50 Daily Short - FR0010424135

  • DB X-Track Eurostoxx50 Sht Dai Ucits ETF - LU0292106753

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