Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.987,67
    -118,34 (-0,35%)
     
  • Dow Jones

    39.254,63
    -53,37 (-0,14%)
     
  • Nasdaq

    18.322,54
    +134,23 (+0,74%)
     
  • Nikkei 225

    40.912,37
    -1,28 (-0,00%)
     
  • Petrolio

    84,11
    +0,23 (+0,27%)
     
  • Bitcoin EUR

    52.139,96
    -1.566,79 (-2,92%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.170,33
    -38,37 (-3,17%)
     
  • Oro

    2.394,20
    +24,80 (+1,05%)
     
  • EUR/USD

    1,0826
    +0,0012 (+0,11%)
     
  • S&P 500

    5.555,16
    +18,14 (+0,33%)
     
  • HANG SENG

    17.799,61
    -228,67 (-1,27%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.979,39
    -8,09 (-0,16%)
     
  • EUR/GBP

    0,8458
    -0,0014 (-0,16%)
     
  • EUR/CHF

    0,9717
    -0,0009 (-0,09%)
     
  • EUR/CAD

    1,4761
    +0,0047 (+0,32%)
     

Nucleare, scontro tra Francia e Iran, ma accordo pare più vicino

GINEVRA (Reuters) - Il governo francese e quello iraniano si sono scambiati oggi dure accuse, mentre le sei potenze mondiali sono al lavoro per raggiungere un accordo transitorio sulla riduzione del programma nucleare dell'Iran in cambio di un alleggerimento delle sanzioni, con Parigi che invita l'Occidente a restare saldo e Teheran che deplora la mancanza di fiducia. Il ministro degli Esteri Laurent Fabius, che si è espresso contro la bozza di accordo che era uscita dai colloqui del 7-9 novembre, alla richiesta della tv France 2 se è possibile giungere a un'intesa, ha detto: "Lo spero. Ma questo accordo può essere possibile solo se basato sulla fermezza. Per ora gli iraniani non hanno accettato la posizione dei sei. Spero che la accetterà". La Francia ha assunto una posizione piuttosto dura sul programma nucleare iraniano, e si è avvicinato maggiormente agli avversari storici dell'Iran, l'Arabia Saudita e Israele. Pur senza fare direttamente riferimento alla Francia, il vice ministro iraniano degli Esteri Abbas Araqchi, ha detto: "Abbiamo perso la nostra fiducia... non possiamo accedere a colloqui seri fino a che la fiducia non sia stata ripristinata. Ma questo non significa che vogliamo interrompere i negoziati". Come potrebbe tornare la fiducia, hanno chiesto i giornalisti. E Araqchi ha risposto: "Se (le sei potenze) creano un fronte e usano le stesse parole". Entrambe le parti paiono frenare dunque sulle anticipazioni di una svolta imminente dopo che Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania sembravano prossime a ottenere concessioni da Teheran nell'ultimo round di negoziati, due settimane fa. Ma diversi diplomatici occidentali dicono che c'è una buona possibilità che il segretario di Stato Usa John Kerry e i ministri delle altre cinque potenze si rechino a Ginevra per cercare di arrivare a un accordo definitivo. Un diplomatico ha parlato di "una probabilità molto alta" che i ministri partecipino alle trattative. Non c'è però garanzia che un simile accordo, che servirebbe a dare il via alle azioni necessarie a evitare che l'Iran sviluppi l'arma atomica - intenzione che Teheran peraltro nega di avere - venga raggiunto. In discussione c'è la sospensione da parte dell'Iran di alcune attività nucleari sensibili, in particolare l'arricchimento a medio livello dell'uranio, in cambio di concessioni tutto sommato modeste, come lo scongelamento di alcuni fondi all'estero, la ripresa del commercio di metalli preziosi e l'impegno degli Usa a non fare pressioni su altri paesi perché non comprino petrolio iraniano. (John Irish e Parisa Hafezi) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia