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Otto per mille, ombre sui fondi agli edifici di culto

Otto per mille, ombre sui fondi agli edifici di culto

Intorno all'otto per mille si dibatte da anni con discussioni che riguardano non tanto l'utilità dello strumento, quanto il suo meccanismo, che prevede la distribuzione dei fondi mancanti di destinazione esplicita agli enti più gettonati dagli altri contribuenti, moltiplicando così i conferimenti alla Chiesa Cattolica. Ora si apre un nuovo fronte perché il Governo ha deciso di inserire tra i beneficiari dei fondi statali raccolti con la dichiarazione dei redditi anche le scuole del Fondo edifici di culto, realtà con 750 proprietà, coinvolta nelle inchieste giudiziarie quando era guidata dall’ex prefetto Francesco La Motta, il quale aveva fatto sparire 10 milioni di euro, dirottandoli su conti esteri a lui riconducibili. Il dirigente è stato arrestato un anno fa con le mani nel sacco ed è scattata immediata la rimozione.

Risorge l'araba fenice
Come l'araba fenice che risorge dalle sue ceneri, il Fondo edifici di culto è tornato al centro delle cronache negli ultimi giorni. Secondo quanto ricostruito dall'Espresso, nel decreto attuativo con cui il Governo Renzi modifica il regolamento delle quote dell’otto per mille spuntano come beneficiari anche gli immobili destinati ad uso scolastico di proprietà del Fec. Anche se sarebbe più corretto parlare al singolare, dato che, oltre a 700 tra chiese e conventi, caserme e immobili di varia destinazione, fondi rustici e cascine, figura una sola scuola, ospitata nell’Abbazia di San Martino delle scale a Monreale, nel Palermitano.
Il settimanale ha raccolto la denuncia di Francesco Cariello, deputato del Movimento 5 stelle, secondo il quale vi è il rischio che le magagne tornino d'attualità in capo al Fondo: "La mia sensazione è che attraverso questa modifica si è voluto creare nella norma una corsia  preferenziale, creando non pochi imbarazzi ai commissari che dovranno decidere a chi assegnare le risorse", spiega in un'intervista. "Io mi metto nei panni di un commissario", prosegue Cariello, "che, nello scegliere le più meritevoli tra le moltissime richieste di finanziamento che arriveranno, di quel fondo avrà molta considerazione, non potendo non notare che il Fec è l’unico ente espressamente citato nella norma e che potrà far richiesta per due diverse categorie, sia per i beni artistici, che per le scuole".

Vaticano nel mirino
Così tornano ad adombrarsi nubi intorno ai rapporti tra la politica italiana e il Vaticano. La Chiesa è la principale beneficiaria dei fondi raccolti con il meccanismo dell'otto per mille: con appena il 37% di scelte esplicite dei contribuenti, ottiene infatti l'82% dei fondi. Merito del meccanismo per cui le quote
non espresse vengono ripartite in proporzione alle firme ottenute. Non solo: in passato anche una parte consistente di questo tesoretto destinato allo Stato è stato utilizzato per il restauro di chiese e immobili ecclesiastici  oppure devoluto ad associazioni e organizzazioni non governative di stampo cattolico.
Secondo quanto ricostruito dall'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, la principale destinazione dei fondi raccolti dalla Chiesa Cattolica tramite questo strumento è la voce "esigenze di culto" (assorbe il 43,7% di tutte le risorse), che comprende  finanziamenti alla catechesi, ai tribunali ecclesiastici, e alla costruzione di nuove chiese. Una scelta contestata dall'associazione, che ricorda come gli spot della Chiesa sull'otto per mille insistono piuttosto sul sostegno ai poveri e ai Paesi del terzo mondo, che in realtà ricevono solo una parte minoritaria di quei fondi.