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Pensioni anticipate, in arrivo nuovi bonus solo per le donne

<em>LaPresse</em>
LaPresse

Per adesso è soltanto un’idea, ma il governo sta pensando di ampliare l’Ape social, l’anticipo pensionistico di tre anni senza costi per il lavoratore in uscita, includendo il maggior numero di donne possibile. Per le lavoratrici è più difficile garantirsi la continuità dei versamenti previdenziali, con difficoltà a raggiungere il limite d’età e anni di lavoro per le pensione.

La possibilità su cui stanno ragionando a Palazzo Chigi è quella di ampliare il numero di donne tra le categorie di lavoratori disagiati o impegnati in attività usuranti, che hanno diritto a smettere prima il lavoro, con un anticipo fino a tre anni e sette mesi se hanno almeno 63 anni, senza oneri. In questo caso, però, un piccolo costo ci sarebbe: lo sconto contributivo, infatti, potrebbe non coprire tutto l’anticipo.

L’Ape social al femminile andrebbe a sostituire Opzione donna, misura che permette l’uscita anticipata alle donne che abbiano compiuto almeno 57 anni e che abbiano minimo 35 anni di contributi versati. La misura prevedeva che l’assegno delle pensionate anticipate fosse ricalcolato con il metodo contributivo. L’Ape no. Il Comitato Opzione donna si batte da tempo per trasformare la misura sperimentale in una riforma strutturale. L’ape in rosa potrebbe, quindi, proseguire proprio in questa direzione.

La proposta deve essere approvata dal governo. Paolo Gentiloni ha ribadito ieri, nel suo discorso a Rimini, che la prossima legge di bilancio sarà concentrata solo su pochi obiettivi, quasi solo per rilanciare l’occupazione giovanile. Difficile che possa trovare spazio anche la revisione pensionistica per le donne. Anche l’Europa non vede di buon occhio una eventuale distinzione di genere nel trattamento previdenziale. Anche per questo motivo le ultime riforme prevedono che l’età del ritiro delle lavoratrici sia praticamente la stessa degli uomini.