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Pensioni, Boeri su una tantum pensioni: priorità sono poveri

Un senzatetto a Milano. REUTERS/Max Rossi (Reuters)

ROMA (Reuters) - La priorità oggi in Italia è la povertà, ancora prima dell'aumento delle pensioni per tutti, secondo il presidente dell'Inps Tito Boeri, che ha parlato il giorno dopo la decisione del governo di rimborsare una tantum le pensioni medio-basse in ottemperanza alla sentenza della Corte Costituzionale sull'indicizzazione. "Penso che la priorità oggi in Italia sia quella di adottare misure di contrasto alla povertà che è cresciuta di un terzo, dal 18 al 25%" nei sei anni della crisi, portando il numero delle famiglie povere da 11 a 15 milioni, ha detto l'ex economista de LaVoce a un seminario Cgil, aggiungendo poi in una audizione che "nella storia del nostro Paese non ci sono stati episodi di questa portata". "Se il governo avesse impiegato i 18 miliardi, che sono il costo della sentenza della Consulta, per aumentare le pensioni è chiaro che la possibilità di adottare oggi misure per la povertà sarebbe stato molto più difficile", ha detto Boeri. Ieri l'esecutivo ha annunciato che, a seguito della sentenza della Consulta che ha bollato come incostituzionale il mancato adeguamento all'inflazione nel 2012 e 2013 delle pensioni superiori a tre volte il minimo (circa 1.400 euro), dal 1° agosto ci saranno risarcimenti una tantum per 3,7 milioni di persone con un esborso di 2,18 miliardi di euro. In Italia, ha proseguito l'economista, "più delle disuguaglianze è aumentata la povertà. Per il 10% dei più poveri il reddito si è ridotto del 30%, mentre per il decile più ricco del 5% così come per il ceto medio. I veri perdenti sono i poveri e noi non li stiamo raggiungendo", in particolare le persone tra i 55 e i 65 anni che se perdono il lavoro non riescono a trovarne un altro e che hanno subito un incremento della povertà del 70%. Boeri, ricordando che l'Inps sta mettendo a punto una serie di proposte che entro giugno saranno sottoposte al governo, ha detto che si partirà dall'assistenza prima ancora che dalla previdenza e ha ribadito che il vero vulnus delle pensioni è stato creato nel 1996 quando, nel momento di approvare la riforma Dini, non si è avuto il coraggio di introdurre il sistema contributivo pro rata per tutti. Se questo intervento fosse stato fatto allora, "non avremmo oggi il problema delle pensioni più flessibili e avremmo posto rimedio a molte iniquità", ha concluso l'ex economista della Bocconi. Ieri, il premier Matteo Renzi ha aperto alla possibilità di inserire nella legge di Stabilità una modifica alla legge Fornero che introduca flessibilità in uscita, cioè che consenta di andare in pensione prima del tempo ma con penalizzazioni. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia