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Pensioni, ecco chi potrà andare prima

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri (LaPresse)
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri (LaPresse)

di Fabrizio Arnhold

Si allarga la platea dei lavoratori che possono avere accesso all’Ape sociale. Lavoratori agricoli, siderurgici, i marittimi e i pescatori avranno accesso dal 2018 all’anticipo dell’uscita previdenziale prevista per chi svolge lavori gravosi, purché abbiano almeno 63 anni e 30 di contributi. Le quattro nuove categorie si aggiungono alle undici già inserite nell’elenco, ossia operai edili, gruisti, ferrovieri, camionisti, conciatori, infermieri, badanti, operatori ecologici, addetti alle pulizie, maestre d’asilo e facchini.

A queste categorie di lavoratori non si applica l’aumento dell’età pensionabile di cinque mesi, previsto nel 2019 per l’allungamento delle speranze di vita. L’allargamento della platea dei beneficiari dell’Ape social, l’assegno di accompagnamento a carico dello Stato sino al raggiungimento della pensione di vecchiaia, è previsto da un emendamento del governo alla legge di Bilancio.

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Sul versante rosa, invece, un altro emendamento prevede lo sconto di un anno per ogni figlio, per un massimo di due anni, dei requisiti di accesso all’Ape sociale per le donne che lavorano. Fino ad oggi lo sconto previsto è di sei mesi per ogni figlio. Con le due modifiche proposte il governo dà quindi attuazione all’intesa raggiunta nelle scorse settimane con i sindacati.

Le domande per l’Ape social accolte fino al 4 dicembre scorso erano 15.559, con la previsione di accoglierne 22mila entro la fine dell’anno, a fronte di 25.900 aventi diritto. Per il 2018 il governo stima l’accoglimento di 16mila domande. Sul fronte dell’accesso al pensionamento anticipato dei lavoratori precoci, le domande accolte a inizio dicembre erano circa 9mila, con la previsione di accoglierne entro il 2017 ben 16.400 a fronte dei 19.300 potenziali aventi diritto. Per il 2018 si attendono 15mila richieste.

La ripresa dell’economia si rafforza. Il Centro Studi della Confindustria ha rivisto al rialzo il Pil del 2018 all’1,5 per cento, dall’1,3 per cento stimato a settembre.