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Pensioni, no Bankitalia e Corte Conti a retromarce: rischi sostenibilità

Il logo della Banca D'Italia nella sede di Milano. Foto del 19 gennaio 2016. REUTERS/Stefano Rellandini/Files (Reuters)

ROMA (Reuters) - Bankitalia e Corte dei conti avvertono il governo che retromarce sulle riforme pensionistiche degli ultimi anni esporrebbero il bilancio pubblico a rischi di sostenibilità. "L'insieme delle riforme previdenziali realizzate in più di vent'anni ha migliorato in modo sostanziale sia la sostenibilità sia l'equità intergenerazionale del sistema. Tuttavia le prospettive demografiche e di crescita potenziale sono state aggiornate e risultano meno favorevoli", dice Luigi Federico Signorini, vice direttore generale di Bankitalia. Secondo dati recenti della Ragioneria generale dello Stato, l'incidenza sul Pil della spesa per pensioni, oggi pari a circa il 15,5% del Pil, raggiungerebbe valori di poco superiori al 18% tra il 2040 e il 2045. Alla luce di questi scenari Bankitalia sottolinea "l'importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro". Si mostra critico verso arretramenti sul fronte della spesa pensionistica anche il presidente della Corte dei conti, Arturo Martucci, che teme di veder esporre "il comparto e quindi la finanza pubblica in generale a rischi di sostenibilità". È necessario "confermare i caratteri strutturali, a partire dai meccanismi di adeguamento automatico di alcuni parametri (come i requisiti anagrafici di accesso alla evoluzione della speranza di vita e la revisione dei coefficienti di trasformazione)". A chiedere al governo di bloccare l'aumento dell'età pensionabile a 67 anni previsto per il 2019, rivedendo il meccanismo che lega l'accesso alla pensione all'aspettativa di vita, sono i sindacati confederali: Cgil, Cisl e Uil. L'esecutivo finora ha escluso operazioni generalizzate, aprendo a "misure puntuali". Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia