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Petrolio, Brent recupera soglia 100 dollari a barile

Rifornimento in una stazione di servizio di Caracas, il 7 agosto scorso. REUTERS/Jorge Silva (Reuters)

LONDRA (Reuters) - Le quotazioni del Brent sono in calo per la quarta seduta consecutiva avvicinandosi ai mimini da 16 mesi ma recuperano la soglia dei 100 dollari al barile in un mercato ancora sotto pressione per l'abbondante offerta e per l'andamento sotto le attese dei principali consumatori mondiali di petrolio. La produzione in Iraq e Libia, stabile o crescente a dispetto dei timori di tagli per i conflitti nei paesi, il boom in Usa dello 'shale oil', il petrolio che si ricava con le nuove tecniche di trivellazione, in aggiounta al dollaro forte, hanno contribuito a deprimere i prezzi del greggio. Gli analisti tuttavia sostengono che l'incertezza sulla produzione in Iraq e Libia potrebbe portare a dei consistenti rialzi dei prezzi a breve. "E' un mercato con una buona offerta", dice Bjarne Schieldrop, analista di SEB a Oslo. "Ma è ben fornito a fronte di un forte rischio, con l'Arabia Saudita che mantiene una produzione di 10 milioni di barili al giorno forse per precauzione in caso di problemi nel sud dell'Iraq," ha spiegato. Inoltre, le attese relative ad un taglio della produzione da parte dei paesi Opec contribuiscono ad evitare ulteriori discese alle quotazioni. Poco dopo le 13,00 italiane il contratto sul Brent con scadenza a ottobre perde 10 centesimi a 100,10 dollari in recupero dal minimo di seduta di 99,57 dollari. Ieri il Brent è sceso sotto quota 100 dollari al barile per la prima volta da 14 mesi e ha toccato un minimo a 99,36 dollari, il livello più basso dal 1 maggio del 2013. Dopo tre giornate di ribassi, il derivato sul greggio Usa è invece in rialzo, guadagnando 79 centesimi a 93,45 dollari. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia