Pioggia di sell sui tecnologici: Ericcson, Samsung e Twitter
Il caso Twitter (Swiss: TWTR.SW - notizie) è stato il primo: il sito di microblogging ha deciso di affrontare con decisione i problemi che l’affliggono da tempo annunciando al sua disponibilità a vagliare tute le opzioni del caso, compresa la vendita o l’acquisizione.
Le conseguenze sul titolo
Immediatamente sono nate le prime speculazioni sui vari interessati, una lista di tutto rispetto che comprendeva nomi come Google, Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) , Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) , Disney, Microsoft (Euronext: MSF.NX - notizie) e Salesforce, ognuno con i suoi buoni motivi per puntare all’acquisto ma anche con l’abbondante disponibilità di cash per chiudere un’operazione da circa 20 miliardi di dollari. O almeno tanti ne servivano al momento dei fatti. Purtroppo uno per uno i corteggiatori hanno man mano abbandonato il campo facendo perdere quota al titolo che è arrivato a -35% dalla data del suo arrivo a Wall Street, per capitalizzare non oltre i 12 miliardi di dollari. Il colpo di grazia è arrivato proprio da Salesforce, l’ultimo rimasto in gara per l’acquisto, i cui azionisti però hanno votato contro il progetto giudicato troppo oneroso, anche perchè avrebbe richiesto un investimento troppo alto.
Samsung e il taglio alle stime di utili e ricavi
Altri problemi, questa volta sopratutto tecnici, per Samsung. La società di telefonia sudcoreana ha dovuto ammettere i difetti di fabbricazione del suo Galaxy Note 7 la cui vendita e produzione è stata sospesa definitivamente. Il primo risultato si è avuto già ieri con un crollo dell’8% del titolo in borsa, anche se questo era solo l’assaggio di ciò che sarebbe accaduto 24 ore dopo. Di (KSE: 003160.KS - notizie) oggi, infatti, la notizia di un taglio alle stime sui ricavi e sugli utili operativi del terzo trimestre; in particolare su questi ultimi si parla di un taglio del 33% (da 4,63 miliardi di dollari a non più di 3 miliardi).
Ericcson: un nobile decaduto
Ultimo caso, quello di un nobile decaduto nel mondo dei tecnologici dove dominano pochissimi giganti: Ericsson perde il 15% dopo aver lanciato il suo allarme sugli utili e sulle vendite. In questo secondo caso il trimestre da luglio a settembre ha visto un crollo del 14%, nulla se confrontato con la debacle degli utili a -93%. Numeri che mettono a rischio anche la sostenibilità del dividendo sul quale è stato già annunciato un taglio per portarlo a 3 corone ad azione rispetto alle 3,7 precedenti. La società è nel pieno di un piano di ristrutturazione che ha visto tra gli altri provvedimenti, il licenziamento di circa 3mila unità lavorative. La causa della crisi, stando a quanto dichiarato dai vertici dell’azienda, è da ricercarsi nella situazione avversa dei mercati internazionali e di quelli emergenti in particolare.
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