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Processo S&P, Cannata: da agenzia "pregiudizio" verso Italia

TRANI (Reuters) - L'agenzia S&P mostrò di avere un "pregiudizio" nei confronti dell'Italia quando tagliò il rating del Paese nel 2011 e nel 2012. E' quanto ha detto la dirigente del Tesoro, Maria Cannata, parlando in qualità di testimone davanti ai giudici di Trani, nell'ambito del processo nei confronti dell'agenzia di rating. Alla domanda del pm Michele Ruggiero "S&P aveva pregiudizio?", Cannata ha risposto: "se un soggetto è iper-critico vuol dire che non c'è serenità nel giudizio. Per me questo è un pregiudizio". S&P - che ha sempre respinto ogni addebito - è accusata di manipolazione del mercato per i 'downgrade' dell'Italia degli scorsi anni. L'inchiesta - che in un primo momento ha visto coinvolte anche Moody's (per cui poi i pm avevano chiesto l'archiviazione) e Fitch (finita in un processo parallelo) - cerca di far luce su oscillazioni di Borsa ritenute anomale tra il 2010 e il 2012, prendendo il via da un esposto di Adusbef e Federconsumatori. L'agenzia si è detta "soddisfatta" dell'udienza odierna. "Riteniamo che diventerà sempre più evidente ... che le accuse di manipolazione del mercato sono infondate e che Standard & Poor’s e i suoi dipendenti hanno sempre agito nel pieno rispetto della legge e con procedure e metodologie di rating rigorose". Nella sua lunga audizione, Cannata ha detto che tra il settembre 2011 - quando S&P ha tagliato il rating di un notch - e l'inizio del 2012 - quando lo ha ulteriormente ridotto di due notch, portandolo a 'BBB+' - non si era verificato un deterioramento della situazione economica italiana tale da giustificare un nuovo downgrade da parte dell'agenzia di rating. "La situazione economica italiana non era tale da far supporre cambiamenti: era la stessa di tre mesi prima. Non c'era stato un cambiamento rispetto a tre mesi prima quando c'era stata la precedente valutazione di S&P", ha spiegato Cannata nella sua testimonianza. Secondo la dirigente del Tesoro inoltre, S&P "ebbe nei confronti dell'Italia un atteggiamento iper-severo e critico". "Mi sembrava che la loro posizione critica rimanesse la stessa, nonostante i progressi", ha aggiunto. I magistrati pugliesi hanno sentito come teste anche l'ex presidente del consiglio, Romano Prodi, che ha detto di considerare "eccessivo" il peso dei giudizi delle agenzie. "Tuttora penso che il problema dell'importanza di questi giudizi esterni sia serio", perché "hanno influenza sui mercati. Occorreva e occorre un maggiore equilibrio nel quadro mondiale dei rating tra americani ed europei", ha aggiunto. Sentito oggi anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, secondo il quale "chi opera il giudizio di rating non deve avere interessi confliggenti". Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia