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Italia, produzione febbraio corregge dopo exploit inizio anno

Un operaio al lavoro in una centrale idroelettrica Edison vicino a Milano, lo scorso 10 marzo. REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

di Elvira Pollina e Antonella Cinelli MILANO (Reuters) - E' calata appena meno delle attese la produzione industriale a febbraio, mese in cui si è registrato un rientro della fiammata con cui si era aperto un anno in cui gli economisti si attendono dal settore un contributo limitato alla crescita, vista l'incertezza legata alla domanda proveniente dai paesi emergenti. Secondo i dati diffusi stamane da Istat, la produzione ha registato una flessione congiunturale di 0,6% dopo il balzo di 1,7% segnato a gennaio, rivisto al ribasso dall'iniziale +1,9%. La mediana delle stime degli analisti prospettava una caduta di 0,7%. Inferiore alla attese la crescita a perimetro annuo, che si ferma a +1,2% dopo +3,8 di gennaio, mentre la stima era per un incremento di 1,6%. Analizzando i dati per raggruppamenti di industrie, risulta confortante il segnale restituito dai beni strumentali, che segnano una crescita di 6,9% su anno e di 0,2% su mese. "Cominciano a farsi sentire i benefici del superammortamento previsto dal governo come misura per rilanciare gli investimenti, gamba mancante della lenta ripartenza dell'economia", commenta Paolo Pizzoli, economista di Ing, che evidenzia come questo potrebbe portare a un maggior equilibrio della ripresa. Quest'ultima, comunque, continuerà a poggiare "principalmente sui consumi, favoriti dall'aumento del reddito disponibile conseguente alla bassa inflazione", sottolinea Pizzoli. RIPRESA RESTA LENTA Complessivamente l'andamento della produzione industriale italiana di febbraio non appare dissimile a quello registrato nello stesso mese dai principali partner europei. Nei giorni scorsi i dati hanno certificato un calo congiunturale oltre le attese della produzione industriale francese, scesa di 1% dopo l'incremento di pari entità segnato a gennaio, e una flessione minore delle stime di quella tedesca, calata di 0,5% dopo +2,3% di febbraio. Tornando all'Italia, i numeri diffusi stamane da Istat risultano, a detta degli economisti, compatibili con una marginale accelerazione del Pil nei primi tre mesi dell'anno, dopo l'asfittico +0,1% congiunturale con cui si è chiuso il 2015. Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo, ritiene che il dato odierno sia compatibile con un incremento del Pil di 0,3% nei primi tre mesi del 2016. Alla luce del rallentamento dell'economia mondiale, il governo è stato costretto a rivedere al ribasso la stima di crescita per quest'anno, portandola a +1,2% da 1,6% della precedente proiezione, anche se recentemente il premier Matteo Renzi aveva riposizionato la stima di crescita per quest'anno a un più ottimista +1,4%. "L'idea di fondo è che gli effetti del rallentamento cinese comincino a ridursi gradualmente nella seconda parte dell'anno, e che non s'inneschi una spirale negativa dell'economia mondiale", prosegue Pizzoli. Ma l'accelerazione rispetto al risultato dell'anno scorso, quando il Pil è cresciuto di 0,8% dopo un triennio di recessione, potrebbe risultare ancora meno consistente e alcuni previsori privati e istituzionali, come l'Ocse, non ritengono possibile una crescita superiore a 1%. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia