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Quirinale, Napolitano si è dimesso, avviate procedure successione

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. REUTERS/Ruben Sprich (Reuters)

ROMA (Reuters) - Con la formalizzazione delle dimissioni di Giorgio Napolitano si è avviata la delicata fase politica della sua successione. Si attende di sapere ora dal presidente della Camera Laura Boldrini quando il Parlamento, entro 15 giorni, sarà convocato in seduta congiunta integrato da 58 rappresentanti delle Regioni per l'elezione del successore. Napolitano, 90 anni a giugno, aveva già annunciato che avrebbe lasciato l'incarico in anticipo, a conclusione del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea. L'ormai ex presidente della Repubblica ha firmato le sue dimissioni questa mattina alle 10,35, come ha informato una nota del Quirinale. Il segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra, ha quindi provveduto a darne ufficiale comunicazione ai presidenti del Senato e della Camera e al presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha convocato una breve riunione del consiglio dei ministri per informare il governo. Napolitano, accompagnato dalla moglie Clio, ha lasciato il palazzo del Quirinale poco dopo le 12 per recarsi nella sua abitazione privata nel vicino quartiere Monti. Quasi contemporaneamente Pietro Grasso si è trasferito negli uffici di palazzo Giustiniani dove sono stati allestiti gli uffici del presidente della Repubblica supplente. La scelta del successore metterà alla prova la leadership del presidente del Consiglio e segretario del Pd Renzi che dovrà essere in grado di far eleggere il proprio candidato. Dopo le elezioni politiche del febbraio 2013 dalle quali non era uscita una netta maggioranza, il Parlamento non era stato in grado di eleggere i due candidati proposti dall'allora segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Uno di questi, l'ex premier e presidente della Commissione europea Romano Prodi, viene ancora citato come uno dei possibili candidati ma i giochi sono del tutto aperti. Nelle prime tre votazioni servono i due terzi (cioè 673) dei 1.009 elettori mentre dalla quarta servirà la maggioranza assoluta di 505 voti. Renzi ha "scommesso" su una elezione al quarto scrutinio. Il Partito democratico può contare su circa 450 grandi elettori. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italianoLe top news anche su www.twitter.com/reuters_italia